mercoledì 31 luglio 2013

"Sarò libero!", il grido di Fabrizio Zanotti




"Sarò libero!" è il terzo album, il primo dal vivo, di Fabrizio Zanotti, quarantatreenne cantautore piemontese di Ivrea. Il disco riporta la registrazione del concerto che si è tenuto il 24 aprile 2012 al Teatro Giacosa di Ivrea e segue cronologicamente "Il ragno nella stanza", pubblicato nel 2007, e "Pensieri corti" del 2010. Nell'album vi trovano spazio canzoni che appartengono ai diversi periodi della carriera di Zanotti: brani tratti dai primi due album rivisitati con l'aggiunta del quartetto d'archi dell'Ensemble Lorenzo Perosi, gli inediti "Il mare se bagna Milano", "Bandiera" e "Se non ora quando?", questi ultimi due scritti insieme a Valentina La Barbera. Ma anche canzoni di lotta e resistenza come "Fischia il vento" e "O bella ciao", poste strategicamente in apertura e chiusura concerto, e stralci del discorso che Piero Calamandrei pronunciò nell'aprile del 1954 proprio a Ivrea per ricordare l'impresa di un gruppo di partigiani, i "poco di buono" come venivano chiamati coloro che liberarono l'Italia dall'occupazione nazifascita. E proprio la canzone "Poco di buono", scritta nel 2005 e inserita l'anno successivo da Claudio Lolli nel disco "La scoperta dell'America" e successivamente da I Gang in "La rossa primavera", è qui rafforzata dalla presenza del Coro Bajolese diretto da Amerigo Vigliermo e rappresenta uno dei punti più alti dell'album. Il disco è arricchito dalla presenza del chitarrista genovese Matteo Nahum che ha curato anche gli arrangiamenti del quartetto d'archi.
"Sarò libero!" è un album da ascoltare tutto d'un fiato e ne abbiamo parlato con Fabrizio in questa intervista.


"Sarò libero!" non è solo un disco e un concerto ma soprattutto uno spettacolo che porta con sé un messaggio. Ce lo vuoi spiegare?

«È un concerto di storie tra "Resistenze di ieri e di oggi", perché capire il passato significa rafforzare le radici che permettono a una società di crescere ed osare. "Sarò libero" è grido di resistenza, di non rassegnazione. Lottare non solo per la propria vita, ma anche per quella di chi ci sta vicino. Resistere per cambiare una società per molti aspetti ancora miope, resistere per difendere quei sacrosanti diritti che dovrebbero valere per tutti, anche per chi non è nato in questo paese. Resistere per nutrire la speranza che la nostra indolenza possa finire prima o poi».

Cosa è oggi la Resistenza?

«Oggi non si tratta di mettere a rischio la propria vita come nel caso dei partigiani che hanno combattuto contro un esercito armato, ma di lottare contro l'imbarbarimento culturale di cui è saturo il nostro paese. Un'assenza di dignità che ci impedisce di migliorare come esseri umani e che rende le nostre vite sempre più piene di cose inutili e povere di valore».

Nel disco le canzoni sono intervallate da stralci del discorso che Piero Calamandrei pronunciò a Ivrea il 4 aprile del 1954. Perché hai fatto questa scelta?

«Le bobine di quel discorso mi sono state regalate dal partigiano D'Artagnan del quale racconto nella canzone "Poco di buono". Mi ha colpito la parte non commemorativa del discorso perché sembra che parli di oggi. È impressionante pensare che da circa sessant'anni la situazione sia sempre pressappoco la stessa. Allo stesso tempo le parole di Calamandrei sono estremamente incoraggianti: il significato di resistenza, finita la guerra, si traduce nell'"intendersi col battito del cuore al di là dei muri che dividono il mondo". È meraviglioso».

In uno di questi frammenti Calamandrei invita a far ascoltare ai giovani i canti dei partigiani. Ci sono ancora giovani interessati alla storia dei loro nonni?

«Diciamo che diventa interessante quando la trovano su internet! A parte gli scherzi, ho visto che chi ha avuto dei nonni, o meglio dei bisnonni ormai, partigiani sente propria quest'eredità».

Quanto è importante il pensiero politico nella tua arte?

«Troppo».

Nei tuoi lavori e nelle tue canzoni dai voce agli oppressi, ai poveri, a chi è condannato. Così come i losers sono argomento di molta della produzione del genere Americana...

«Innegabilmente amo i folksinger americani e la loro schiettezza, ma per quanto mi riguarda non scrivo di perdenti. Più che altro sono affascinato dalla vita di chi lotta, chi non ha nulla per cui lottare o sceglie di non farlo, non è poi così interessante».

Quale compito ha il cantautore ai giorni nostri?

«Quelli di sempre: essere onesto ed emozionare».

Con il brano "Se non ora quando?" presenti un avvilente spaccato della società italiana. Il titolo è uguale allo slogan adottato dal movimento femminile che ha manifestato nei mesi passati contro il degrado delle istituzioni... Condividi quell'idea?

«Diciamo che la canzone è nata quasi contemporaneamente a "Se non ora quando?", proprio dalla stessa indignazione. È stato quindi naturale dedicarla al movimento. Ricordo che sia io che Valentina (La Barbera, ndr), con la quale collaboro ed è coautrice del brano, avevamo bisogno di sfogare la rabbia che ci creava la situazione di quel momento».

Hai da poco terminato un tour in Germania. Come ti ha accolto il pubblico e cosa ti è piaciuto?

«È stata una bella esperienza umana, i teatri erano pieni, segno che la gente è molto curiosa di ascoltare nuove voci, anche straniere. Amano tantissimo l'Italia, la nostra cultura, ma nello stesso tempo non si spiegano come sia possibile che noi italiani siamo ridotti così».

Ho saputo che tra breve inizierai la produzione del nuovo cd. Cosa ci puoi anticipare?

«Con "Sarò Libero!" è iniziata la collaborazione con Bruno Cimenti e Primigenia, ma questo sarà il primo lavoro prodotto insieme dall'inizio alla fine. Per adesso stiamo lavorando agli arrangiamenti. Quello che posso dire è che sarà un disco divertente, per lottare ci vuole allegria».

Per terminare ecco le dieci domande secche:

- Attonito o estasiato? Estasiato dopo un bel film, dopo un buon caffè, dopo un bella serata con agli amici.
- Harley Davidson o Moto Guzzi? Né l'una, né l'altra, meglio il Ciao.
- Vampiro o licantropo? Licantropo ascendente orso marsicano.
- Roma o Milano? Roma, perché ti coccola e 'se magna' bene.
- Passaggio o tiro diretto? Dipende, quando sono solo tiro diretto.
- Pecora o leone? Leone all'attacco!
- Infissi di legno o alluminio? Legno, altrimenti ti lascio.
- Caffé zuccherato o naturale? Amaro, tranne al bar.
- Ananas o kiwi? Ananasso anche d'inverno.
- Arrivo o partenza? In viaggio è meglio.


Titolo: Sarò libero
Artista: Fabrizio Zanotti
Etichetta: Fabrika Musika/Primigenia
Anno di pubblicazione: 2012

Tracce
(testi e musiche di Fabrizio Zanotti, eccetto dove diversamente indicato)


01. Fischia il vento  [Felice Cascione; Matvei Blanter e Michail Isakovskij]
02. E c'è una storia che ci piace ascoltare  [Fabrizio Zanotti e Nicola Ricco]
03. La mia divisa
04. Olive da friggere forte
05. Inclinato ad Oriente
06. Facce di fango
07. Il ponte
08. Poco di buono  [Fabrizio Zanotti e Nicola Ricco]
09. Bandiera  [Fabrizio Zanotti e Valentina La Barbera; Fabrizio Zanotti]
10. L'universo che ora dorme
11. Sarò libero
12. Matrioska
13. Il mare se bagna Milano  [Fabrizio Zanotti e Nicola Ricco]
14. I giovani
15. Chini Marco
16. Se non ora quando? (mena le mie idee)  [Fabrizio Zanotti e Valentina La Barbera; F. Zanotti]
17. Musicalenta
18. O bella ciao  [anonimo]




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