venerdì 5 giugno 2015

Le suggestioni emo e new-wave dei (re)offender





Arrivano da Frosinone e sono al loro terzo Ep. I (re)offender, dopo la partecipazione al MEI di Faenza in qualità di vincitori del concorso indetto dall'etichetta PofiRock, sono tornati alla ribalta con cinque canzoni dalle suggestioni new-wave inserite nell'Ep eponimo che arriva dopo il primo esperimento discografico del 2012 e "The pouring rain" dell'anno successivo. Influenze post-rock, shoegaze e sfumature emo sono alla base della musica di questo sestetto formato da Luca Magliocchetti (voce), Marcello Iannotta (chitarra), Giacomo Tiberia (chitarra), Matteo Nizzardo (synth), Ilario Promutico (basso), Luciano Cocco (batteria). I testi in inglese sono visionari e immaginifici mentre la musica, decisa e vitale, lascia un retrogusto amaro e malinconico ma mai opprimente. Chitarre e synth trovano il giusto contraltare in un basso vigoroso e una batteria che batte forte e potente. Cinque brani molto curati e gradevoli, dalle atmosfere a volte cupe ed altre volte solari, compongono l'Ep registrato, mixato e masterizzato nell'estate del 2014 da Paolo Rossi, già al lavoro con Soviet Soviet, Be Forest e molti altri allo Studio Waves di Pesaro.
A presentarci il nuovo lavoro discografico firmato con l'etichetta ferrarese New Model Label e a parlare del futuro sono i (re)offender al gran completo nell'intervista che segue.



Chi sono i (re)offender? 

Ilario Promutico: «Siamo sei persone molto diverse che provano a fare canzoni insieme, cercando di superare attriti, gusti individuali, differenze di età e limiti imposti dalla difficile collocazione geografica».

Da dove deriva il vostro nome e quando avete iniziato?

Marcello Iannotta: «È il titolo di una canzone dei Travis. Ci ha affascinato il concetto di re-iterazione della colpa, se "offender" è il colpevole, "(re)offender" è il recidivo, che continua a commettere errori».
Giacomo Tiberia: «Spesso le persone si affezionano così tanto ai propri errori da non riuscire a smettere di commetterli».
Matteo Nizzardo: «L'essere recidivo è un meccanismo totalmente irrazionale, esattamente come dovrebbe essere il meccanismo che sta alla base della creazione musicale».
Luca Magliocchetti: «Il nostro nome è spesso oggetto di critica; Alessandro Baronciani ci suggerì che sarebbe stato meglio piuttosto chiamarci Golia!».
Giacomo Tiberia: «Esistiamo dal 2011, la nostra base operativa è sempre stata Frosinone, anche se abbiamo registrato i nostri Ep anche a Roma e Pesaro».

La musica per voi è un passatempo oppure pensate di guadagnarvi da vivere suonando? 

Giacomo Tiberia: «Benché oggi in Italia sia difficile riuscire a vivere di musica, ce la stiamo mettendo tutta perché diventi un lavoro».
Luca Magliocchetti: «Pur essendo ancora un passatempo, ci permette di sognare ma non di aspettare».
Matteo Nizzardo: «Il tempo passa anche da solo: è questa la tragedia».

Dopo tre anni di concerti e la partecipazione al Mei nel 2013 perché avete deciso di fissare la vostra musica in un Ep?

Luca Magliocchetti: «Perché volevo fosse qualcosa da tenere in mano e custodire».
Giacomo Tiberia: «Perché ogni Ep è come se fosse stato una fotografia di ciò che eravamo in quel momento».
Matteo Nizzardo: «Perché i concerti sono delle performance e in nessuna performance c'è il concetto dell'arte; quello di solito si trova nei manifesti e, per la musica, si trova nei dischi».
Marcello Iannotta: «Matteo da grande vuole fare l'intellettuale».

Cinque canzoni per dire cosa?

Marcello Iannotta: «"Down for a while" per dire che ogni crisi è un momento di crescita
importante».
Giacomo Tiberia: «"Fool time baby" perché avevamo un grande riff! E la convinzione che c'è sempre spazio per un brano rock».
Ilario Promutico: «"Crumble and fall" perché hai sempre tempo anche se pensi che sia troppo tardi».
Marcello Iannotta: «"Nobody else" perché nessuno conosce veramente nessuno, se non conosce se stesso».
Matteo Nizzardo: «"Meeting of feelings" perché quiete e agitazione sono i due stati correlati di ogni emozione».

Per quanto tempo siete stati assieme a scrivere canzoni?

Marcello Iannotta: «Tanto. Cerchiamo di stare insieme per scriverle e di scriverle per stare insieme».
Giacomo Tiberia: «Frasi ad effetto a parte, secondo noi la differenza tra un gruppo vero e un gruppo di persone che si unisce a fare musica per un altro motivo qualsiasi sta proprio nella quantità di tempo trascorso a scrivere canzoni».
Ilario Promutico e Luciano Cocco: «Oggi le nostre modalità sono cambiate, abbiamo aggiunto anche del lavoro separati, in numeri ristretti di due o tre in sala o anche da soli a casa. Per poi tornare a lavorare tanto tempo sull'arrangiamento tutti insieme».

Chi scrive i testi?

Marcello Iannotta: «Luca, e li canta anche. E spesso con i fogli ci fa di tutto. In alcuni casi la genesi è precedente alla composizione della musica, in altri avviene in parallelo».

Che tipo di strumentazione avete usato per registrare queste canzoni? 

Ilario Promutico: «Due chitarre, un synth, basso e batteria. Spesso per lavorare sulle atmosfere dei brani abbiamo utilizzato effetti analogici e digitali. Adesso stiamo cercando di sperimentare e di interagire anche con l'elettronica».

Mi piace molto "Meeting of feelings", com'è nata e cosa racconta?

Luca Magliocchetti: «È nata per caso, era inverno. Racconta la meraviglia che si prova di fronte all'amore, anche quando porta solo sofferenza».
Ilario Promutico: «Inizialmente non avrebbe dovuto essere un brano su cui puntare i riflettori; invece considerato l'inaspettato risultato finale, unito all'idea di uno storyboard particolarmente azzeccato, abbiamo pensato di realizzare anche un videoclip e si è trasformato nel singolo apripista dell'Ep».

Avete lasciato qualche brano nel cassetto?

Luca Magliocchetti: «Sì. Abbiamo decine di brani esclusi».
Marcello Iannotta: «Lavoriamo su tante canzoni in parallelo, spesso fondendole tra loro; a volte il risultato di un brano completo è una sorta di collage».
Giacomo Tiberia: «Alcune canzoni non erano ancora mature, altre le abbiamo in serbo per un prossimo futuro».

Il passo successivo è un album, quando pensate di inciderlo?

Luca Magliocchetti: «Facendo i debiti scongiuri, contiamo di entrare in studio entro la fine dell'anno».

Cosa deve avere una canzone per poter entrare a far parte di un vostro disco? 

Ilario Promutico: «Innanzitutto non deve essere solo un 'tentativo' di canzone, deve passare al vaglio del tempo. Al di là dell'estemporaneità dell'ispirazione melodica/armonica, deve avere una struttura ed una forma convincenti ed originali, aderenti al concetto artistico che portiamo avanti».
Matteo Nizzardo: «Devo sentirla come irriducibilmente mia, coerente con tutto quello che voglio e che ancora non ho».
Marcello Iannotta: «Deve essere un tassello fondamentale di un quadro d'insieme».
Giacomo Tiberia: «Deve darmi l'idea che il mondo finisca domani».
Luca Magliocchetti: «Deve emozionarmi e convincermi in cuffia di notte».

Chi prende le decisioni e quali sono le dinamiche all'interno del gruppo?

Marcello Iannotta: «Non c'è una vera e propria leadership, cerchiamo di essere autenticamente democratici; ogni volta ci affidiamo a chi ha più esperienza e competenza nel contesto specifico della decisione da prendere».
Giacomo Tiberia: «Per far sì che le nostre discussioni approdino a qualcosa di costruttivo e soprattutto concreto, abbiamo istituito una regola: non iniziare le frasi con "se". Altrimenti le nostre discussioni assomiglierebbero troppo ad una seduta di psicanalisi collettiva!».

Quali musicisti hanno influenzato la vostra musica?

Luca Magliocchetti: «I Suede e i Placebo a cena da Thom Yorke, che quella sera ha ordinato cinese perché non aveva voglia di cucinare».
Giacomo Tiberia: «Gli Smiths, la componente anglosassone è forte nella nostra musica. In generale ci ha influenzato la gran parte dei gruppi shoegaze di casa Creation e non solo: i Ride, i My Bloody Valentine, i Whipping Boy».
Marcello Iannotta: «Sicuramente le band emo americane dei primi anni '90, su tutti Sunny Day Real Estate e i più recenti Pinback. Per quanto riguardo le chitarre anche alcune band indie americane come i Built to Spill e gli Spoon. Ci piacciono in generale le band più sfortunate».
Matteo Nizzardo: «I Death Cab for Cutie. In particolare per il synth; le chitarre dei Low e poi personalmente adoro Justin Bieber. Avrò visto un milione di volte il video in cui vomita sul palco».


Titolo: (re)offender
Gruppo: (re)offender
Etichetta: New Model Label
Anno di pubblicazione: 2014


Tracce
(musiche e testi Luca Magliocchetti, Ilario Promutico, Giacomo Tiberia, Marcello Iannotta, Matteo Nizzardo, Luciano Cocco)

01. Down for a while
02. Fool time baby
03. Crumble and fall
04. Nobody else
05. Meeting of feelings