giovedì 29 dicembre 2016

Mauro Pinzone, una "Foto sintesi" di emozioni




Tutte le volte che incontro Mauro Pinzone si finisce per parlare piacevolmente di musica e uno degli argomenti centrali degli ultimi mesi è stato il suo nuovo album. Pubblicato in questi giorni, "Foto sintesi" ha richiesto un lungo periodo di gestazione, tra accelerate, rallentamenti, cambi di direzione. Alla fine il prodotto è stato dato alle stampe e oggi abbiamo in mano, finalmente, un disco sincero, onesto, emozionante, con canzoni scritte ottimamente e suonate altrettanto bene che esprimono la visione del mondo e gli stati d'animo del cantautore ingauno. Un lavoro eterogeneo che abbraccia vari generi, dal jazz-rock alla progressive, dal classico cantautorale fino a qualche sentore new age. Il disco è composto da dieci canzoni inedite e due estratti di uno spettacolo di teatro canzone, "Punti di (s)vista", scritto e interpretato da Roberto Bani con le musiche di Pinzone.
Mauro Pinzone è personaggio noto nell'ambiente musicale ligure. Nel corso della sua carriera ha intrecciato la sua chitarra con molti colleghi. È stato impegnato in diversi progetti a partire dai Pensieri Compressi che hanno lasciato l'impronta con l'ottimo album d'esordio, fino ad arrivare alla band multietnica degli Afka'r. Alcuni di questi compagni di viaggio Pinzone li ha voluti al suo fianco anche nel suo ambizioso progetto solista. Hanno contribuito alla realizzazione di "Foto sintesi" alcuni dei musicisti più apprezzati della scena savonese: Maurizio De Palo alla batteria, Federico Fugassa al basso e contrabbasso, Mohamed Ben Hamouda alle percussioni, Claudio Bellato alle chitarre, Fabio Biale al violino, Davide Baglietto al flauto e alla cornamusa, Emanuele Gianeri alle tastiere, Giovanni Amelotti alle tastiere e all'oboe. Una citazione a parte la merita Alessandro Mazzitelli che ha registrato e mixato il disco, oltre ad aver suonato le tastiere e inserito effetti sonori.
Con Mauro abbiamo parlato del suo nuovo lavoro, del significato delle sue canzoni e della scena musicale savonese.



Mauro, iniziamo dal titolo del tuo nuovo disco "Foto sintesi". Qual è il suo significato?

«Quando scrivo una canzone cerco di descrivere delle sensazioni, mi piace pensare che un brano possa farti sentire dei profumi, evocare delle immagini. Mi piace pensare che chi ascolta personalizzi queste sensazioni, trasformandole in veloci fermo immagine, come se fossero delle fotografie. "Foto sintesi" è, appunto, la sintesi di questo pensiero».

Da dove arrivano queste dieci canzoni?

«Ovviamente ciascuna di esse ha una storia ben precisa ma sono tutte canzoni scritte nell'arco degli ultimi tre anni e quasi sempre nello spazio di qualche ora. Amo pensare che quando scrivo un testo ci sia una sorta di anima guida che mi ispiri. La musica viene sempre in un secondo tempo. Mi piacciono gli accordi "aperti" e i "rivolti". Alcune sono state scritte su "commissione", come "Donne soprappensiero" per una manifestazione sulla donna tenuta l'otto marzo, e "Stella", scritta per un concerto tenuto la notte di San Lorenzo (un modesto regalo ad Alberto "Il Cala" Calandriello), combinazione entrambi i concerti si tennero a Bardino. "Riflessi" e "Segreti" rappresentano più degli stati d'animo, delle visioni temporali e umorali in libertà…».

Quanto c'è di personale nei brani del tuo disco?

«Beh, c'è sempre il punto di vista di chi li scrive, anche se si tratta di argomenti che parlano di altri. C'è tutto di personale, è la personale visione di un artista, di quello che gli accade dentro e attorno. Ogni canzone rappresenta sicuramente lo stato d'animo di quel momento, ma c'è sempre qualcosa che fa scoccare la scintilla creativa. Se poi la domanda implicita è cosa significano per me queste canzoni, beh… ognuna è un pezzo della mia vita. Alcune sono scritte ispirate da donne con cui ho condiviso qualcosa, oppure con le quali avrei voluto condividere qualcosa».

E proprio l'universo femminile è ricorrente nelle liriche delle tue canzoni. Gioie e dolori che solo le donne sanno regalare…

«Non c'è dubbio che le donne siano esseri superiori agli uomini, e le loro contraddizioni, il loro essere fragili e forti allo stesso tempo ne fanno degli esseri speciali, unici. Sono convinto che se il mondo fosse guidato da donne sarebbe migliore. Dal punto di vista personale non ho difficoltà ad ammettere di avere più amiche donne che uomini, mi piace ascoltarle, mi piace discutere con loro. I discorsi degli uomini mi annoiano (ad eccezione ovviamente di chi fa musica e arte in genere), li trovo scontati, prevedibili, una linea retta che non ammette deviazioni. Una donna è sempre imprevedibile, e ti riserva sempre sorprese ed emozioni».

Nel disco troviamo anche due recitativi di Roberto Bani. Perché hai sentito l'esigenza di inserirli e quale funzione hanno nell'economia dell'album?

«Con questo cd ho voluto anche omaggiare la scena artistica del ponente ligure, sintetizzando la mia opera di questi anni. Con Roberto, una paio di anni fa, abbiamo creato uno spettacolo, "Punti di Svista", in cui lui giocava con le mie canzoni e io con i suoi monologhi: sono pertanto nati otto "quadri" composti da monologhi di Roberto e canzoni mie, una di queste è "Non sei originale", e mi è piaciuta l'idea di inserire nel cd il rispettivo monologo, che aveva peraltro ispirato la canzone».

Bardino '13: Mauro Pinzone (copyright Martin Cervelli)
Quale canzone rappresenta al meglio il tuo stato d'animo?

«Credo ce ne siano due che mi fanno sempre stare bene quando le suono ed esprimono al meglio gran parte del mio essere, e sono "Stella" e "Segreti". Confesso che quando le suono, a differenza di altre canzoni, mi sembra sempre che sia la prima volta che le eseguo. Credo, infatti, che per un artista ogni sua opera sia tale nel momento in cui la crea, dopo è come se avesse vita autonoma, e pertanto l'artista se ne stacca e pensa a crearne altre».

Come si sono svolte e quanto sono durate le sessioni di registrazione?

«Ahia, faresti meglio a porre questa domanda ad Alessandro Mazzitelli. Quando ho iniziato a registrare avevo l'idea di un disco totalmente acustico, iniziando con l'essenziale, voce e chitarra, e inserendo poche collaborazioni mirate a quello. Avevo anche l'intenzione di finire la registrazione (contrariamente a quella pronta ormai da più di dieci anni e che non mi decido a pubblicare) in pochi mesi. Strada facendo è cresciuto l'appetito, molti artisti si sono uniti e il progetto è nato a poco a poco. Ho lasciato ampi spazi ai musicisti, presenziando ben poco alle registrazioni, anche perché sapevo benissimo chi erano, che tipo di musicisti fossero e cosa avrebbero potuto apportare in creatività al disco. Alcune collaborazioni sono nate da un giorno all'altro, per esempio con Ben Hamouda: rivisto a cena a casa mia la sera e la sera dopo in sala di registrazione. Alcune sessioni si sono svolte a sorpresa, con Fabio Biale ed Emanuele Gianeri ad esempio, e ne sono venuto a conoscenza da fotografie su Facebook. I vari elementi si sono amalgamati, sotto la direzione attenta di Mazzitelli e la mia supervisione, anche in maniera disordinata ma con una loro precisa armonia. I tempi previsti si sono allungati in maniera esponenziale, vuoi per la mia pigrizia, vuoi per gli svariati impegni di Alessandro, vuoi perché inserivo nuovi artisti, insomma ci è voluta la telefonata di Davide Geddo che mi chiedeva a che punto ero per la partecipazione al festival "Su la Testa" di Albenga a farmi decidere di concludere la registrazione e pubblicare il disco. Nelle ultime settimane ho anche stressato la mia amica Angela Caprino perché si inventasse di sana pianta la grafica e direi che, nonostante il poco tempo, sia riuscita a fare un ottimo lavoro. Ti basti pensare che quando ho iniziato a registrare Alina, la compagna del "Mazzi", aveva il pancione a ora vedo una foto della piccola Ginevra che ha in mano il mio cd. La mia grande soddisfazione è quella di essere riuscito alla fine a coinvolgere alcuni tra gli artisti più significativi del ponente ligure, e ne sono orgoglioso».

Loano '15: Mauro Pinzone (copyright Martin Cervelli)
 Nel disco ti sei circondato di amici musicisti, da Giovanni Amelotti a Claudio Bellato, da Federico Fugassa a Maurizio De Palo. Come sono nati questi incontri e cosa hanno apportato al tuo disco?

«Sono musicisti con cui ho suonato e con cui avrei voluto suonare da una vita. Maurizio De Palo ed Emanuele Gianeri fecero parte dei Pensieri Compressi, entrambi hanno contribuito alla registrazione del cd del 1998, sono musicisti formidabili. Ben Hamouda e Giovanni Amelotti, invece, hanno suonato con me negli Afka'r, il primo dando un'anima afro al gruppo, il secondo dando un'anima jazz. Sia Giovanni che Emanuele, oltre ad essere dei raffinati musicisti, hanno il dono di saper rendere ogni brano su cui mettono le loro preziose mani, un caleidoscopio pirotecnico di suoni. Federico Fugassa è oggi uno dei migliori bassisti in circolazione da queste parti, con un gusto unico, che mi ha impressionato sin dal primo momento che l'ho sentito suonare e che ho voluto fortemente partecipasse a questo progetto. Claudio Bellato lo conosco da più di vent'anni, è un ottimo chitarrista, forse uno dei migliori in Liguria, un grande amico e una persona splendida che meriterebbe molta più visibilità di quella che ha e con il quale da sempre avrei avuto il piacere di suonare. Fabio Biale… che dire che non sia stato ancora detto? Sentirlo e vederlo suonare è una delizia per le orecchie e lo spirito. Quest'estate mi ha ricordato come nel 1999 fossi già rimasto impressionato da come giostrasse sulle quattro corde del suo strumento, e di come mi feci dare il suo numero di telefono con la promessa di chiamarlo per coinvolgerlo in qualche progetto… e di come invece non lo chiamai. In questi anni gli ho fatto una corte pressante e alla fine mi ha fatto la sorpresa di partecipare alla registrazione. Davide Baglietto lo conosco da diversi lustri, una persona di cui nutro un infinita stima, soprattutto per la sua poliedricità come musicista, per la capacità di sapersi infilare con una cornamusa o un flauto in maniera egregia ovunque, mi piaceva l'idea che si "infilasse" anche in un brano del cd. Senza parlare poi di Alessandro Mazzitelli, che conosco anch'egli da una vita, e che conosce perfettamente me, soprattutto, con il dono di saper infilare pennellate di colori musicali qua e là con gusto e raffinatezza. Cosa hanno apportato al mio disco? Spero quello che si sentivano dentro all'anima, dentro al cuore».

Devo dire che mi piace particolarmente la canzone intitolata "Sorriso che corre". Cosa mi puoi raccontare di questo brano?

«Differentemente da altre mie canzoni, questa è una storia, per questo credo piaccia molto. Durante i miei concerti prima di eseguirla racconto sempre come è nata: una sera piovosa, un autobus che mi passa davanti e dietro un ragazzo di colore che corre perché cerca di prenderlo alla fermata successiva e sorride, sorride in maniera splendente, da questa "visione" nasce la canzone "Sorriso che corre"».

Torniamo al recente festival "Su la Testa" di Albenga, durante il quale hai avuto l'occasione di far ascoltare in anteprima alcuni dei brani del tuo nuovo album. Che impressione ti ha fatto e quali sono state le difficoltà da superare?

«Gran bella situazione, gran bel gruppo di organizzatori, grande rispetto dei musicisti, elevato livello musicale. In questa occasione mi sembra di essere stato sintetico, no? A parte gli scherzi, è stato sicuramente un grande onore per me suonare sul palco del Teatro Ambra e credo che sia il pubblico che gli organizzatori abbiano gradito. Difficoltà? La chitarra non teneva l'accordatura».

Nel corso della tua vita quale è stato il cantante che ti ha maggiormente influenzato?

«Mah… bella domanda, ho passato diverse fasi, ma sicuramente i primi amori non si dimenticano mai. Sul versante italiano Eugenio Finardi, poi Claudio Rocchi e Claudio Lolli; sul versante straniero, David Crosby, Neil Young e Bruce Cockburn, quest'ultimo particolarmente, per la raffinatezza sia dei testi che della musica».

Come vedi la scena musicale savonese?

«Troppe vecchie cariatidi che si trascinano, facendo comunque ancora la loro porca figura, e pochi spazi per giovani con idee nuove. Credo che la scena musicale savonese rispecchi quella nazionale, dove si riesumano con reunion improbabili, personaggi che incominciano ad annusare la curva del declino e di contro salette con ragazzi che ancora sudano, si sbattono, si sforzano di creare, ma che poi si ritrovano a suonare per i parenti stretti e gli amici a qualche festa di compleanno o che, ancora peggio, coverizzano a qualche apericena, avendo ben poche possibilità di mettersi alla prova davanti a un pubblico vero, sempre che un pubblico "vero" esista ancora…».

Cosa chiedi al futuro?

«Di poter continuare a scrivere canzoni».


Titolo: Foto sintesi
Artista: Mauro Pinzone
Etichetta: autoproduzione
Anno di pubblicazione: 2016

Tracce
(testi e musiche di Mauro Pinzone, eccetto dove diversamente indicato)

01. Donne soprappensiero
02. Stella
03. Prestito
04. Smeraldo
05. La verità
06. Sensi amplificati
07. Riflessi
08. Segreti
09. Sorriso che corre
10. L'originale, parte I  [Roberto Bani; Roberto Bani e Mauro Pinzone]
11. Non sei originale
12. L'originale, parte II  [Roberto Bani; Roberto Bani e Mauro Pinzone]