mercoledì 21 marzo 2012

La magia della sei corde di Claudio Bellato







Cantante e chitarrista in gruppi rock, blues, orchestre da ballo e piano bar. Claudio Bellato, quarantenne musicista savonese, è sulle scene da diverso tempo. La sua professionalità (è diplomato in chitarra al C.P.M. di Milano dopo aver studiato con Franco Mussida e Pete La Pietra) e la sua grande capacità di tenere il palco in qualsiasi situazione lo hanno fatto diventare uno dei musicisti più apprezzati della scena savonese. Numerose sono state le collaborazioni inanellate da Bellato nel corso della sua carriera, senza dimenticare il riuscito e coinvolgente album "The evening songs", registrato all'AM Studio di Alessandro Mazzitelli a Loano e pubblicato nel 2011.
Alla vigilia del suo imminente concerto Claudio è stato disponibile a scambiare quattro chiacchiere.


Nei giorni scorsi hai suonato all'Expo di Savona in un concerto tributo a Lucio Battisti, mercoledì 21 marzo insieme a Loris Lombardo presenterai all’Agriturismo Valleponci (località Verzi a Finale, ore 21) 'The Acoustic Concert'. Sono spettacoli molto diversi, cosa ci puoi dire?


«Il tributo a Lucio Battisti, in cui suono e canto, è uno spettacolo che portiamo avanti da diversi anni, prevalentemente in feste di piazza e situazioni analoghe. Gli elementi sono Roberta Ratto alla voce, Maurizio Boiocchi alla batteria, Oreste Lo Giudice al basso e Alessio Briano alle tastiere. Che dirti? Ci divertiamo moltissimo. 'The Acoustic Concert' è invece uno spettacolo totalmente diverso. All'inizio proponevo un repertorio influenzato dai miei amori 'acustici', oggi, con la presenza di Loris, il concerto è cresciuto. Partiamo con un brano e questo può durare anche oltre dieci minuti. L'improvvisazione e la contaminazione di elementi musicali diversi sono un nostro punto fermo, anche perché entrambi non siamo molto inquadrati in un genere, amiamo invece suonare e ascoltare molteplici linguaggi musicali».

Nel 2010 è stato pubblicato "The evening songs", cd realizzato con Maria Grazia Scarzella, Rodolfo Cervetto e Dino Cerruti. Quali saranno le tue prossime mosse?

«"The evening songs" è un lavoro del quale siamo molto contenti ed è tuttora un work in progress. Stiamo sviluppando un discorso indirizzato verso la forma canzone ma non solo. Tutto questo è stato possibile grazie a Dino, Maria Grazia e Rodolfo. In questo periodo sto invece lavorando con Officina Acustica Quartet, il progetto che vede me ed Enzo Cioffi alle chitarre, Loris Lombardo alle percussioni e Andrea Bottaro al contrabbasso. Il repertorio è prevalentemente latin (jazz, flamenco, bossa, tango) e si tratta per la quasi totalità di materiale originale. Ti dirò di più, stiamo già lavorando al cd».

Oltre a essere un valente musicista sei anche insegnante di musica. Come è il tuo rapporto con le nuove generazioni e quali sono le loro aspirazioni?

«Non essendo diplomato al Conservatorio le mie esperienze didattiche sono relative alle scuole medie a indirizzo musicale, scuole private e strutture simili. I ragazzi che frequentano i corsi sono stimolati all'apprendimento di nuove discipline, inclusa la musica che abitualmente non ascoltano. Questo è un bene. La musica colma il vuoto delle loro giornate e li strappa da internet e dalla playstation. I ragazzi inoltre imparano il valore del gioco di squadra partecipando a corsi collettivi di musica. Questa è una cosa della quale si dovrebbero accorgere anche i nostri politici locali. Collaboro con lo YEPP di Loano che sta lavorando in questa direzione».

Claudio, spesso ti si incontra ai concerti. La maggioranza dei tuoi colleghi invece di rado si accomoda tra il pubblico. Tu perché lo fai, ti spinge la curiosità?

«In verità quando non lavoro mi piace starmene in famiglia ma se c'è qualcosa di interessante mi muovo volentieri. Recentemente ci siamo incontrati al concerto di Carlot-ta, una bravissima e giovanissima cantautrice e polistrumentista. Dispiace però non vedere chi si occupa di cultura ed informazione a questi piccoli-grandi eventi che ci dimostrano che cose belle, nuove e stimolanti esistono. Basta saper cercare».

Quali sono i musicisti che preferisci e a chi ti senti più vicino, come tecnica e ispirazione? 

«Se parlassi di tecnica e ispirazione sarei presuntuoso, diciamo che ho ascoltato di tutto, dal rock al jazz. Da James Taylor a Bob Dylan, tutta la West Coast fino a Miles Davis e alla musica della Ecm. Dai grandi chitarristi del rock fino a Ralph Towner, Bill Frisell e Pat Metheny».

Questa domanda la faccio spesso ai musicisti savonesi e vorrei rivolgerla anche a te. Qual è la salute della musica in provincia e in Liguria?

«Non buona. Gli spettacoli sono spesso proposti da organizzatori che da vent'anni propinano sempre gli stessi 'pacchetti', puntualmente avallati ciecamente dalle amministrazioni comunali. Nel frattempo le cose sono cambiate, ma molti artisti interessanti che non sono nelle grazie di questi organizzatori, che godono di corsie preferenziali nei rapporti con le amministrazioni, hanno vita difficile. Che le cose siano cambiate ce ne siamo accorti quando sono nate realtà come RainDogs, associazione che per la prima volta ha portato a esibirsi a Savona artisti diversissimi e sempre interessanti. Quale altro spazio espressivo avrebbero avuto sennò? Spesso si fatica a trovare consenso per i propri progetti per la miopia di alcuni politici che non sanno nulla di musica e che si affidano sempre ai soliti organizzatori. Questo accade sempre più spesso ma per fortuna non è la regola. Non sono rari, purtroppo, i casi in cui progetti presentati a un Comune, con tanto di cd, recensione, partita iva, agibilità, service e preventivo, finiscano nel dimenticatoio. E tutto ciò perché i giochi sono già fatti e non di certo per questioni estetico-musicali. La situazione della carta stampata a volte è addirittura inquietante. Capita di trovare nella pagina degli spettacoli foto gigantesche e articoli inerenti a feste di compleanno in discoteche della riviera con tristissimi quarantenni che ballano circondati da bionde poppute. Tutto questo nella pagina cultura e spettacoli».

E per finire dieci domande a bruciapelo:
- Bob Dylan o Bill Evans? Dylan! E aggiungerei: "Blood on the tracks", "Blonde on blonde" e "Highway 61 Revisited".

- "Amici" o "Happy Days"? Nessuno dei due.
- Woodstock o Isola di Wight? Woodstock.
- "Moby Dick" o "Orgoglio e Pregiudizio"? "Moby Dick" anche perché di Jane Austen non ho mai letto nulla.
- Fender Stratocaster o Gibson Les Paul? Fender! La Gibson è bella però...
- Fingerpicking o flatpicking? Tutte e due.
- Trofie al pesto o pasta al forno? Trofie!
- Nero d’Avola o Vermentino? Non bevo.
- Mp3 o LP? Mp3 anche se il rumore della puntina sul vinile… mi fa stare bene!
- Premio Tenco o Festival di Sanremo? Premio Tenco.



lunedì 5 marzo 2012

8 marzo: Armando Corsi fa gli auguri alle donne




Armando Corsi da cinquant'anni vive la musica e per la musica. Il sessantaquattrenne musicista genovese ha iniziato a suonare nelle vecchie osterie di Genova per poi intraprendere, come molti altri colleghi liguri, l'avventura a bordo delle navi da crociera. Viaggi che lo hanno portato in America Latina, terra di grandi musicisti come Piazzolla, Jobim e Gilberto Gil che hanno influenzato e lasciato segni tangibili nella musica di Corsi. Oltre alla carriera da solita, iniziata nel 1995 con l'album "Itinerari", Corsi ha collaborato con Ivano Fossati, con cui ha condiviso quattro anni di tournée (ha suonato negli album "Lindbergh", "Dal vivo, vol. 1", "Dal vivo, vol. 2"), Paco De Lucia, Anna Oxa, Eric Marienthal e tanti altri. Dopo "Itinerari" è arrivato nel 2002 l'album "Duende" in collaborazione con Beppe Quirici e Elio Rivagli. Quattro anni dopo Corsi ha pubblicato "Buena Suerte", disco dal marcato sapore latino che ha visto la partecipazione di Bruno Lauzi, Mario Arcari, Fabio Vernizzi e Marco Fadda. Nel 2008 è uscito il live "La via dell'amore", seguito due anni dopo da "Alma", una rivisitazione in chiave personale del fado.
Giovedì 8 marzo, festa della donna, Armando Corsi sarà protagonista a Spotorno (Sala Convegni Palace, ore 21. Ingresso gratuito) dello spettacolo "Volver: musica e parole… la parola è femmina". Poesie scritte dalle donne o per le donne saranno recitare dall'attore genovese Luca Poli con l'accompagnamento musicale di Armando Corsi.
Corsi, 'la chitarra che sorride' come è soprannominato dagli addetti ai lavori, ha risposto con la consueta gentilezza alle domande di questa intervista.



Armando, cosa puoi anticiparci dello spettacolo che esordirà a Spotorno in occasione dell'8 marzo?

«È la nostra prima. È uno spettacolo particolare ma veramente interessante e coinvolgente. È una specie di viaggio durante il quale tocchiamo diverse narrative e tutte hanno una tematica ben precisa. Presenteremo poesie di Garcia Lorca, Jorge Luis Borges, di una poetessa russa. E poi un brano di tango argentino di Carlos Gardel, un walzerino di mia composizione molto divertente, una canzone di Jacques Brel e tanto altro».

Insieme a te in scena ci saranno Luca Poli impegnato nel reading e altri due chitarristi...

«Ci saranno Marco Leveratto (chitarrista in "Duende", disco del 2002 di Corsi, ndr) e Marco Traversone (allievo di Corsi all'inizio degli anni 2000, ndr). Ci intercambieremo nell'accompagnamento di Luca Poli utilizzando anche chitarre elettriche. Ripeto, sarà una bella serata e posso anticipare che stiamo lavorando per presentare lo spettacolo in molte piazze la prossima estate».

Questo nuovo progetto entra di prepotenza in un calendario per te già molto ricco di impegni. Negli ultimi mesi sei passato dalla registrazione e promozione del bellissimo disco "TrE" di Giua, all'apparizione al Premio Tenco insieme a Roberta Alloisio, alla preziosa collaborazione prestata a Francesco Baccini per l'album "Baccini canta Tenco".

«Si deve pur vivere! La situazione attuale per i musicisti liguri, ma è ormai un problema diffuso in Italia, non è rosea. Mi ricordo quando ho iniziato a suonare a Genova, a 16 anni, c'erano una quarantina tra locali e osterie dove i musicisti potevamo esibirsi tutte le sere. La grande scuola genovese è nata in quei locali. Adesso non c'è più nulla, tutta quella cultura e quella scuola è andata perduta. Non ci sono più posti per suonare e in quei pochi che ancora resistono per potervi accedere non importa cosa proponi ma quante persone sei in grado di portarti dietro».

Svelaci quali sono i tuoi prossimi progetti musicali...

«Ho appena terminato di registrare le parti musicali per il prossimo disco di Rosa Martirano, una artista calabrese veramente molto brava. Abbiamo passato in studio due giorni molto intensi. Il disco, cantato tutto in dialetto calabrese, verrà mixato in questi giorni ed entro i primi di maggio dovrebbe vedere la luce. Te la segnalo, è veramente una cantante molto brava. Inoltre si era parlato di fare qualcosa insieme a Roberta Alloisio (vincitrice della Targa Tenco 2011 come miglior 'interprete di canzoni non proprie' per il suo secondo album "Janua", ndr), ci stiamo ancora ragionando. E poi entro l'anno vorrei pubblicare un disco tutto mio. Ci saranno due brani genovesi e delle trascrizioni dal brasiliano all'italiano che intendo musicare. Le idee non mancano ma a 64 anni ho imparato che ogni giorno va vissuto come fosse contemporaneamente il primo e l'ultimo».

Nei giorni scorsi ho avuto l'occasione di assistere al concerto di un tuo amico, Ivano Fossati. Una delle ultime esibizioni dal vivo del cantautore genovese che ha dichiarato di volersi ritirare dalle scene. Una decisione coraggiosa e rispettabile. Per come vivi tu la musica e il palcoscenico ti sentiresti di prendere una simile decisione e dire addio alla musica?

«Ho vissuto per tutta la vita a pane e chitarra rinunciando anche agli affetti e non riuscirei a prendere quella decisione. Mi mancherebbe troppo la musica, per come la vivo io non ce la farei. Siamo di due scuole di pensiero differenti. Ma se Ivano ha fatto questa scelta vuol dire che è venuto il momento. Farà ancora musica, scriverà canzoni per altri, come ha sempre fatto, ma gli mancheranno il palcoscenico, gli applausi, il pubblico… fanno parte della nostra vita. Ripensandoci ha fatto bene, sono cambiate tante cose: case discografiche non ce ne sono più, è cambiato lui e le sue aspettative, come è giusto che sia. Una volta ho letto una intervista in cui veniva chiesto a Paolo Conte perché fosse stato fermo due anni, la risposta fu ‹perché non avevo nulla da dire›. Finché avrò cose da dire ed emozioni da trasmettere la mia chitarra suonerà».

La Liguria è la regione del Premio Bindi, del Premio Tenco ma anche del Festival di Sanremo, balzato agli onori della cronaca anche quest'anno più per le polemiche che per la musica. La finale l'hanno conquistata tre donne, due delle quali, la vincitrice Emma e Noemi, 'create' da popolari format televisivi. Cosa ne pensi?

«Ho visto Sanremo ma ho sentito poca musica. Ho sempre l'impressione di assistere a esibizioni di 'prodotti' che durano l'arco di una stagione. Al prossimo giro sotto un altro. È ormai diventata la nostra cultura, quella dell'usa e getta. Tutti questi ragazzi che partecipano ai format televisivi non li capisco, la musica è un'altra cosa. Bisogna fare tanti compromessi se si vuole attingere da quella 'pentola'. Se oggi una persona ha la fortuna di essere se stessa è una persona privilegiata e ne deve fare tesoro».