giovedì 4 aprile 2013

Ferdinando Molteni tra O'Carolan e Tenco







Musicista, giornalista professionista, scrittore di spettacoli teatrali e libri, ex assessore alla cultura del Comune di Savona. Ferdinando Molteni, cinquantunenne nativo di Finale Ligure, ha legato tutta la sua vita all'arte e alla comunicazione, in tutte le sue forme. Le ultime creature dell'ex "assessore rock", così soprannominato per aver contribuito in maniera decisiva a portare a Savona nomi di primo piano del panorama musicale internazionale, sono il disco strumentale registrato con l'Arethusa Consortium e il giallo scritto in coppia con Elena Buttiero, musicista molto apprezzata anche al di fuori dei confini nazionale e che per una volta ha lasciato da parte il pentagramma per dedicarsi al racconto e alla finzione.
Tra le opere più apprezzate di Molteni si possono ricordare il saggio dedicato a Fabrizio De André dal titolo "Controsole. Fabrizio De André e Creûza de mä" (edito da Arcana), il testo "La strana morte di un cantautore" per la trasmissione televisiva "Delitti rock" di Massimo Ghini andata in onda su Rai Due e lo spettacolo teatrale "Luigi Tenco. L'ultima notte" che ha debuttato a gennaio all'auditorium di Santa Caterina a Finalborgo.  
Di tutto questo abbiamo parlato con Molteni in questa intervista.    




Ferdinando, per te è un periodo ricco di impegni. Un disco, un libro, uno spettacolo su Tenco, tanti concerti e la direzione artistica di Pozzo Garitta, storico locale di Albissola…

"In effetti è così. E' un periodo intenso che forse porta a maturazione il lavoro fatto negli scorsi anni".

A fine 2012 è uscito il disco dell'Arethusa Consortium che ti vede impegnato insieme a Elena Buttiero e Stefano Tomasini. Come è nata l'idea di questo disco?

"E' nata dopo un bellissimo concerto fatto all'alba sulla spiaggia di Cesenatico davanti a più di cinquecento persone. Molti, alla fine del concerto, ci hanno chiesto se avevamo un disco da vendere. Non c'era. E così abbiamo deciso di pubblicarlo".

Perché avete deciso di interpretate brani di O'Carolan, il più grande compositore irlandese?

"O'Carolan è un vero ponte culturale, tra musica colta e popolare, tra Irlanda e Italia (era molto influenzato da Vivaldi, Corelli e Geminiani). Per alcuni anni abbiamo portato in giro uno spettacolo tutto incentrato sul compositore irlandese ed è stato naturale inserire qualche brano nel disco".

Cosa può trasmettere la musica irlandese al pubblico italiano?

"La consapevolezza che i confini tra musica colta e popolare sono davvero labili. E che facilmente si possono superare".

Nel disco compare anche una tua canzone, "Mandocello Lullaby", come è nata?

"Per caso, giocando con un mandoloncello costruito per me da Valerio Gorla. Pensavo ai miei bambini ed è nata una ninna nanna".

Nel disco suoni mandoloncello, mandola e chitarre. Quale di questi strumenti ti affascina maggiormente?

"Sicuramente il mandoloncello. E' uno strumento meraviglioso che proprio in questi anni sta vivendo la sua vera prima giovinezza. In passato era confinato nelle orchestre a plettro, oggi è uno strumento maturo e indipendente, grazie anche al lavoro di musicisti come Mike Marshall".

Tutti a Savona ti ricordano in prima fila nel corso di una indimenticabile stagione musicale che ha visto esibirsi in città Patti Smith, Sheryl Crow, Dee Dee Bridgewater, John Mayall, Rickie Lee Jones, Johnny Winter, Mercedes Sosa e tanti altri. Cosa è rimasto di quella stagione?

"La consapevolezza di aver fatto qualcosa di grande per la città e gli appassionati di musica. Ma sono ottimista. Quei tempi torneranno".

"Luigi Tenco. L'ultima notte" è invece il titolo dello spettacolo teatral-musicale che hai scritto e che ha fatto sempre il tutto esaurito in questi mesi. Ce ne parli?

"E' nato da una richiesta dell'attore Roberto Tesconi, che voleva a tutti i costi diventare Tenco sulla scena. Mi occupo di questo cantautore da molti anni - avevo scritto, qualche anno fa, un testo per Massimo Ghini utilizzato nella trasmissione "Delitti rock" proprio dedicata a Tenco - e così è stato naturale per Tesconi coinvolgermi. E' stato un lavoro entusiasmante e, almeno in fase di scrittura, anche doloroso. Ho immaginato l'ultima ora di vita di Tenco, chiuso nella stanza 219 del'Hotel Savoy di Sanremo. In quell'ora Tenco ripercorre alcuni episodi della sua vita e lo fa, spesso, con le sue parole autentiche, ricavate da interviste e lettere".



Infine, in ordine di tempo, è arrivato in libreria "Il trillo del Diavolo", scritto con Elena Buttiero. Dalla musica al giallo, un passo che potrebbe sembrare azzardato ma che è pienamente riuscito. Quando è nata l'idea di scrivere questo libro?

"E' nata durante una vacanza in Grecia con Elena. Siamo appassionati di gialli e di musica. Così abbiamo immaginato una storia che mettesse insieme questi due aspetti. C'è molta musica dentro: classica (Tartini e Vivaldi), jazz (Miles Davis), pop rock (Robert Wyatt), canzone d'autore (De Gregori) e c'è un ritratto della nostra città, Savona, che spero piacerà ai savonesi. Ecco, il libro è soprattutto un tributo alla nostra città".

Hai qualche altro sogno nel cassetto da realizzare?

"Nei prossimi mesi vorrei mettere mano a un disco di mie canzoni. Scrivo da molti anni ed ho i cassetti pieni di testi e musiche. Ne sceglierò nove, questo l'ho già deciso, e le registrerò. Vorrei fare un disco acustico e low-fi. Per me soprattutto. Per fare punto e a capo di un percorso di scrittura molto intimo e personale".

Vorrei, infine, che rispondessi alle dieci domande secche.

- Vicoli o piazze? Vicoli. Amo il silenzio.
- Elefante o giraffa? Elefante. Più lento e rassicurante.
- Metallo o legno? Legno. Non riuscirei a suonare uno strumento di metallo. A parte, forse, il dobro.
- Dialetto o italiano? Italiano. Lingua meravigliosa, che unisce e che può dire tutto.
- Bob Dylan o Abba? Questo è un colpo basso. Dovrei dire Dylan per fare bella figura. Comunque a Stoccolma ho costretto Elena a un pellegrinaggio sui luoghi degli Abba. E si è pure divertita. Diciamo Dylan per il giorno e Abba per la notte.
- Parola scritta o parola raccontata? Parola scritta. Sento ancora il piacere fisico della lettura.
- Vino o birra? Birra. Possibilmente d'abbazia.
- Muscle Shoals Sound Studio o Abbey Road Studios? Abbey Road. E non dico altro.
- Treno o pullman? Pullman. Si vede meglio il paesaggio.
- Panissa o farinata? E' la domanda più difficile. Tenderei a dire panissa.




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