"Yes I'm Mister No" è l'ultimo capitolo della trilogia musicale che Graziano Romani ha dedicato ai personaggi dei fumetti creati da Sergio Bonelli. Dopo Zagor e Tex, il cantautore emiliano racconta le avventure e descrive la personalità di Jerry Drake in un disco (distribuzione Panini) pubblicato in questi giorni e acquistabile in tutte le edicole. Un lavoro che non esce dalle strade ben tracciate del rock che Romani conosce bene per averle percorse in più di trent'anni di onorata carriera, ma che si arricchisce con influenze che spaziano dal rhythm'n'blues al jazz. Il disco è composto da nove brani inediti che raccontano Mister No e quattro canzoni della tradizione americana degli anni Trenta che Romani canta con la sua inimitabile voce profonda e graffiante. A valorizzare ulteriormente l'album vi è la partecipazione di Carolyne Mas, una delle figure più importanti della scena newyorkese di fine anni Settanta e recentemente tornata in Italia per una serie di fortunati concerti. La Mas duetta a modo suo, toccando le corde dell'anima, sul classico "When the saints go marching in".
Il fondatore dei Rocking Chairs, gruppo che negli anni '80 ebbe un discreto successo con quattro album all'attivo, si avvale anche della collaborazione in studio di alcuni dei componenti della band di quegli anni quali il tastierista Franco Borghi, il chitarrista Mel Previte e il sassofonista Max "Grizzly" Marmiroli. Le percussioni sono state affidate invece al poliedrico Oscar Abelli, capace di aggiungere quelle sonorità latine che colorano le storie cantate da Romani.
Di seguito l'intervista di presentazione che ci ha gentilmente concesso Graziano Romani.
Graziano, il tuo nuovo disco ha come protagonista Mister No. In cosa ti assomiglia il personaggio creato da Sergio Bonelli?
«Innanzitutto credo che Mister No sia il personaggio bonelliano in assoluto più 'musicale' e quindi mi ci ritrovo in pieno. Con tutti i richiami agli anni '50 e al primo rock'n'roll, al rhythm'n'blues, al jazz, al gospel, al folk. Già all'inizio della mia carriera, quando fondai i Rocking Chairs, cercavo di rifarmi a quelle origini della musica popolare nordamericana amata in tutto il globo. Mi ritrovo anche nel carattere del personaggio: anticonformista, indipendente, cocciuto, determinato e perché no anche vulnerabile, umano, passionale e sincero».
Questo è il tuo terzo episodio discografico legato a un personaggio dei fumetti. Come e quando hai avuto l'idea di farti ispirare da queste storie?
«Tutto è iniziato con lo scrivere e concepire una canzone per Zagor, ovvero "Darkwood". Poi ci ho preso gusto e ho scritto anche tutti gli altri brani che sono andati a formare l'ossatura del disco "Zagor king of Darkwood", album che ho realizzato con il benestare e l'aiuto del grande e indimenticabile Sergio Bonelli. Poi la logica e inevitabile conseguenza è stata quella di realizzare un intero album dedicato a Tex, sempre con il grande Sergio a darmi consigli e a spronarmi. Un paio di anni fa ho poi deciso di chiudere questa trilogia bonelliana con il personaggio Mister No, e l'ho voluto come un vero e proprio tributo a Sergio 'Nolitta' Bonelli. L'ho creato non tanto ispirandomi alle sue storie, ma proprio cercando di sviscerare l'essenza dell'uomo e dell'eroe, anzi antieroe. E spero di esserci riuscito».
Quando è iniziata questa tua passione per i fumetti?
«Da molto piccolo. Avevo dei cugini e degli zii che mi passavano interi scatoloni di Topolino, Blek e Miki, Tiramolla, Geppo, Soldino e mille altri... E in quegli scatoloni ci giocavo e ci dormivo letteralmente dentro! Crescendo non ho mai abbandonato questa passione. Prima è toccato agli eroi di Bonelli e a quelli americani della Marvel, fino all'adolescenza con Linus ed Eureka, Metal Hurlant e i fumetti underground. Insomma il fumetto, insieme alla musica ovviamente, è la mia passione. Ma mi interessa tutto quello che riesce ad emozionarmi, ad appassionarmi».
Il tuo rapporto con i fumetti è a tutto campo, so che recentemente hai contribuito alla prima ristampa integrale del Prince Valiant di Hal Foster. Ce ne parli?
«Conoscevo l'eccelsa e recente ristampa americana della saga di Prince Valiant, e ho suggerito l'idea di realizzare una ristampa italiana all'editore Renoir/Nona Arte che ha accettato con entusiasmo. Sono il curatore e traduttore della collana, il terzo volume è in uscita e sto terminando il lavoro di traduzione del quarto che uscirà a ottobre, giusto in tempo per la kermesse di LuccaComics. Sono anche diventato una specie di 'saggista' del fumetto, inizialmente scrivendo dei volumi a quattro mani con il grande Moreno Burattini dedicati ai grandi del fumetto italiano come Gallieno Ferri, Giovanni Ticci e Guido Nolitta. Poi per Panini ho ideato la collana di artbooks che ho chiamato "L'Arte di", monografie dedicate ai maestri del fumetto. I primi due volumi sono stati dedicati ad Aurelio 'Galep' Galleppini, ovvero il creatore grafico di Tex, e a Gallieno Ferri, uno dei due papà di Zagor. Ora sto lavorando a un terzo volume, dedicato a un grande maestro americano di comics...».
Il fatto che esistano personaggi da raccontare già ben delineati rende più agevole la fase compositiva delle tue canzoni?
«Ovviamente questo fatto mi permette per certi versi di approcciarmi alla scrittura come se fosse destinata ad una soundtrack, alla colonna sonora di un film. Ma per contro c'è la difficoltà nel rendere bene il carattere e l'essenza del personaggio e fare stare tutto nel breve tempo di una canzone di quattro minuti. A me interessa emozionare con le mie canzoni, e non è fondamentale descrivere minuziosamente le storie, l'importante è che la canzone risulti evocativa ed efficace, e a giudicare dall'entusiasmo degli appassionati credo di esserci riuscito. Se non ami davvero il personaggio non ha senso scriverci delle canzoni, credo».
Martin Mystère, Dylan Dog, Nathan Never, Brendon… hai già pensato al prossimo capitolo?
«Per ora considero la trilogia bonelliana Zagor/Tex/Mister No un capitolo chiuso. Apprezzo anche i personaggi da te citati ma per ora mi fermo qui. Certo che di idee ne avrei, vedremo».
Nel disco hai inserito anche quattro classici degli anni Trenta. Come è avvenuta la scelta di questi episodi musicali e quali difficoltà hai incontrato per attualizzare queste canzoni?
«La scelta è avvenuta attingendo dalla 'top ten' dei brani preferiti di Sergio Bonelli che era un vero appassionato e cultore degli standard jazz. "Body and soul" era la sua preferita in assoluto, e poi era inevitabile citare Sinatra e quella "When the saints go marching in" che accompagna l'eroe in tante avventure. È stata una bella sfida, una cosa molto stimolante visto che questo genere di canzoni così classiche non l'avevo mai interpretato, non si smette mai di assimilare e di crescere, e questi brani mi hanno insegnato molto».
Carolyne Mas ha dato il suo brillante contributo in "When the saints go marching in". Come è nata questa collaborazione?
«Compravo i dischi in vinile di Carolyne da ragazzo alla fine degli anni '70, erano opere molto belle e sincere, lei era una 'chanteuse' del rock mainstream molto amata in Europa e spesso veniva definita una 'Springsteen in gonnella', mi piaceva molto. La conobbi nel 2006 quando facemmo una serie di concerti assieme in Italia. Poi siamo rimasti in contatto, e in occasione di un suo concerto a Casalgrande, il mio paese d'origine, l'ho invitata in studio di registrazione per duettare con me. Lei ha accettato con entusiasmo e ha cantato con l'anima».
"La vita è dura e so cosa è giusto e cosa è sbagliato, per sopravvivere devi essere tosto" canti nella title track e per fare il musicista per trent'anni che qualità bisogna possedere?
«Proprio quelle che ho scritto nel testo della canzone, e tante altre ancora. Devi imparare dagli errori, non smettere mai di creare ed evolverti. E devi stare sempre vicino al pubblico, cercare di emozionarlo con sincerità, condividere con lui la gioia che è fare musica e raccontare storie e idee tramite essa. La canzone non deve mai essere la stessa, e il fuoco non deve mai spegnersi, è importante stare sempre accesi».
In "Trust myself" parli di reciproca fiducia e di un rapporto che cammina su un terreno instabile. Qual è la tua ricetta per uscire da queste situazioni?
«Ognuno ha la sua ricetta. Forse l'onestà e il rispetto sono gli ingredienti fondamentali per la durata di un rapporto, ma ognuno queste cose le vive e le vede come vuole, e "Trust myself" credo sia una canzone in cui ci si ritrovano in tanti, non solo Jerry Drake alias Mister No!».
C'è anche una tua visione ecologista nell'album. In "Lost Paradise" canti "...Paradiso perduto, noi viviamo tu muori, i nostri peccati non saranno perdonati". Qual è la tua visione della società di oggi e quanta importanza può avere la musica nell'affrontare queste problematiche?
«Le problematiche del mondo di oggi purtroppo le conosciamo bene, sono sotto gli occhi di tutti. E, come spesso hanno detto, la musica o semplicemente una canzone non potrà cambiare il mondo ma può tenere accesi i nostri sogni, i nostri ideali, stimolarci verso un cambiamento. È quello in cui ho sempre creduto».
Cosa farai nei prossimi mesi?
«Sarò in studio di registrazione a seguire i mixaggi per la realizzazione di un disco dal vivo, un doppio live ufficiale che ancora manca nella mia discografia. È la testimonianza integrale di un mio concerto dell'agosto 2013, uno show molto intenso che in un certo modo fa il punto su una carriera iniziata nel lontano 1981, toccando i miei brani in inglese, in italiano e che comprende anche una manciata di covers di prim'ordine: degli Who, di Springsteen, di Chuck Berry e di Woody Guthrie. Uscirà nel 2015 e sarà il mio ventesimo album, un capitolo importante. E poi vedremo, di certo non mi fermerò, continuerò a cavalcare l'onda delle mie due grandi passioni, la musica e il fumetto, finché ne avrò le forze immagino. E resterò acceso».
Titolo: Yes I'm Mister No
Artista: Graziano Romani
Etichetta: Panini Comics
Anno di pubblicazione: 2014
Tracce
(testi e musiche di Graziano Romani, eccetto dove indicato)
01. Yes I'm Mister No
02. Amazonas hotel
03. Esse-Esse
04. Cachaca girls
05. Body and soul [Edward Heyman/Robert Sour/Frank Eyton/Johnny Green, 1930]
06. You make my heart sing like Sinatra
07. I've got you under my skin [Cole Porter, 1936]
08. Trust myself
09. Lost paradise
10. When the saints go marching in [traditional, 1930s]
11. My funny Valentine [Richard Rodgers/Lorenz Hart, 1937]
12. Soul traveler (to Sergio)
13. Jerry's farewell
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