A distanza di due anni e mezzo dall'ottimo "Di cosa parliamo", la cantautrice campana Giorgia del Mese torna con "Nuove emozioni post-ideologiche", terzo album della sua carriera, in uscita l'11 aprile sotto etichetta Radici Music. Un disco potente, graffiante, incisivo che esalta le capacità di scrittura di questa artista tra le più interessanti del panorama italiano. Le atmosfere post-rock ed electropop si legano a suggestioni noise in un vortice sonoro a cui il produttore Andrea Franchi, già a fianco di Marco Parente e Paolo Benvegnù, dà spazialità e vigore. Dalle narrazioni a tratti ruvide, senza filtri, dirette, emerge l'urgenza di raccontare e descrivere le dinamiche del mondo, della società e dei rapporti personali osservandoli da un prospettiva diversa, per certi versi alternativa. Si parte dall'insofferenza di "Nuova visione" fino ad arrivare a "Caro umanesimo", poco più di due minuti di rabbia e accuse per quello che sta accadendo a migliaia di persone in fuga attraverso il Mediterraneo. E si riparte con l'inquietudine di "Fuoco tutto" per arrivare ad un finale strumentale noise che evoca la partenza verso lo spazio della navicella da cui la del Mese ha osservato il mondo in questo nuovo capitolo della sua storia artistica. Ad accompagnare il viaggio ci sono gli alberi della copertina che come tante mani stilizzate indicano un centro di gravità non ancora raggiunto.
Come già successo nel disco precedente, Giorgia del Mese ha voluto al suo fianco alcuni amici in questa nuova avventura: Andrea Mirò, che dà il suo contributo su "Bello trovarti", l'istrionico Peppe Voltarelli, che dà vita ad un riuscito ed emozionante duetto su "Soltanto tu", Francesco Di Bella, che canta insieme alla del Mese nell'unica cover del disco, "Lacreme" dei 24 Grana.
"Nuove emozioni post-ideologiche" è uno dei dischi più belli e coinvolgenti degli ultimi mesi. Giorgia del Mese mette sul piatto canzoni che hanno spessore e dignità di esistere e che meritano di essere ascoltate ed apprezzate. Un disco che rappresenta un punto di riferimento per la nuova scena italiana e con Giorgia abbiamo approfondito il discorso nell'intervista che segue.
Giorgia, da dove arrivano le canzoni del tuo nuovo album intitolato "Nuove emozioni post-ideologiche"?
«Le canzoni di questo album sono state pensate in un anno di considerazioni, di aggiustamenti di vita e di assunzioni di nuove postazioni da cui osservare in modo partecipato. Direi che è un disco di pessimismo esistenziale ma orientato ad un ottimismo antropologico».
Sei sicura che stiamo vivendo in una epoca post-ideologica? Io temo che le ideologie non siano morte ma abbiano solo cambiato forma…
«Il "post ideologico" fa riferimento ad una nuova ideologia dominante almeno in occidente e in particolare nel nostro paese, dove annacquare e imborghesire gli obiettivi e le aspettative è diventato la normalità, dove le ideologie e le conquiste dei partiti comunisti e delle lotte degli anni precedenti vengono squalificate per dare cittadinanza al "meno peggio", al "siamo tutti nella stessa crisi", uccidendo una coscienza di classe e ricacciandoci indietro. Un disastro».
Quale "Nuova visione" auspichi?
«"Nuova visione" è in realtà una provocazione e non una proposta. È la rassegnazione di vivere sperando che non arrivi il peggio, abdicando a sogni e prospettive, abbracciando quello che ci ha invece ucciso: la politica statalista reazionaria e l'antipolitica razzista e egoista».
Giorgia del Mese. Genova, 31 maggio 2015 (copyright) |
«Con Andrea Mirò è stato un bellissimo incontro. È una persona appassionata, curiosa, generosa e una grande artista. L'ho incontrata varie volte in festival dove abbiamo condiviso il palco e un giorno le ho dato il mio disco. Dopo qualche mese mi ha scritto dicendo: ‹cazzo, non immaginavo fossi così forte›».
A impreziosire "Soltanto tu" c'è l'istrionico Peppe Voltarelli. Come si è svolta la session in studio?
«Con Peppe Voltarelli c'è una amicizia che è nata al Premio Tenco 2011. Viviamo entrambi a Firenze e questo ci ha permesso di coltivare le nostre affinità artistiche e umane, è una delle persone con cui mi sono sempre sentita a mio agio nonostante la sua statura artistica. Inoltre è un compagno e questo ci unisce molto. La sessione in studio è stata in primo luogo divertente e spensierata, e questo è una rarità quando si registra un disco, tutto merito di Peppe...».
Unica cover del disco è "Lacreme" dei 24 Grana con Francesco Di Bella che duetta con te. Perché hai scelto questa canzone?
«Era da tempo che volevo cantare un brano in napoletano visto che sono originaria di Salerno, ma sono restia a scrivere in lingua. Con Francesco Di Bella c'è un affetto profondo e ritengo che lui sia uno degli autori più sensibili in circolazione. "Lacreme" è un brano che avrei tanto voluto scrivere io…».
"Caro umanesimo" è una bordata esplosiva e rabbiosa contro la società di oggi con le sue storture, ipocrisie, sofferenze ed egoismi. Poco più di due minuti di rabbia…
«"Caro umanesimo" è un grido di rabbia e impotenza rispetto a quello che succede a centinaia di migliaia di fratelli e sorelle che cercano una vita migliore in occidente e noi, non abbiamo saputo salvare, accogliere, proteggere».
In "Strana abitudine" mi piacerebbe che mi commentassi il verso «...questa strana abitudine di morire senza protestare». Mi è venuta in menta la società italiana di oggi che è talmente distratta che non scende in piazza neppure per salvare la sanità pubblica…
Genova, 31 maggio 2015 (copyright) |
«Hai colto molto bene quello che cerco di raccontare in "Strana abitudine", questa condizione esistenziale di resistenza, di cupezza, una area "depressogena" che assumiamo come normale, ma non lo è, eppure qualcosa esplode, qualcosa riemerge e si ribella. Spero!»
Si cambia decisamene tono con "La cosa da dire", in cui canti accompagnata da una chitarra acustica. Poco meno di un minuto e mezzo per dire cosa?
«"La cosa da dire" è un saluto ad un amico che se ne è andato, a cui è dedicato l'intero disco, per dirgli e dirci scusa, ma con vigore e prospettiva, perché tradiamo tutto ma tutto resta ancora da onorare».
Mi piace molto anche la copertina. Io però al posto degli alberi vedo tante braccia teste che invocano pace…
«La copertina è opera dell'artista Simone Vassallo. Abbiamo voluto creare una foresta intricata, oscura, ma vista dal basso forse si può conoscere meglio e fa meno paura».
Perché hai deciso di chiudere il disco con un brano strumentale, a tratti noise, in cui tastiere, chitarre e batteria elettronica si rincorrono nello spazio quasi fosse una corsa verso quel centro a cui puntano gli alberi della copertina?
«Il disco si chiude con un brano strumentale noise, perché questa è l'intera cifra del disco: un lavoro rumoroso, elettrico, imperioso, in cui non c'è spazio per la commozione».
A produrre e a curare l'arrangiamento è ancora una volta Andrea Franchi, un sodalizio artistico ormai consolidato il vostro. Quanto è importante la presenza di un produttore e cosa ha apportato al tuo disco?
«Il produttore artistico nei miei lavori è una figura determinante, è colui che sa tradurre le intenzioni e le intuizioni della scrittura e farle viaggiare con una nuova vita. Andrea Franchi è un super produttore perché ha la rara capacità di mettere il suo grande talento al servizio di un autore rispettando e interpretando l'identità di chi produce».
Concludendo, come sarà "Nuove emozioni post-ideologiche" dal vivo?
«Il tour 2016 sarà una sorpresa per chi ha seguito i miei live precedenti. Saremo in duo con Andrea Franchi in un set elettro-pop, come questo disco vuole».
Titolo: Nuove emozioni post-ideologiche
Artista: Giorgia del Mese
Produttore: Andrea Franchi
Etichetta: Radici Music
Anno di pubblicazione: 2016
Tracce
(testi e musiche di Giorgia del Mese, eccetto dove diversamente indicato)
01. Nuova visione
02. Bello trovarti
03. Caro umanesimo
04. Soltanto tu
05. Fuoco tutto
06. Lacreme [24 Grana]
07. Strana abitudine
08. Senza più scuse
09. Tutto a posto
10. La cosa da dire
11. _
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