martedì 12 aprile 2016

Patrizia Cirulli regala "Mille baci" di poesia





Cantare versi scritti da altri può significare due cose: avere poco da dire oppure voler dire tutto, come in questo caso. Patrizia Cirulli nel suo nuovo lavoro in studio, dal titolo "Mille baci", è riuscita a regalare emozioni prendendo in prestito poesie di autori famosi e vestendole con abiti musicali eleganti, a volte sgargianti altre dai colori meno appariscenti, oppure semplici ma dall'effetto caldo e avvolgente. Una tavolozza musicale che scorre veloce all'ascolto e lascia piacevoli sensazioni. Si tratta di un progetto che avrebbe potuto fare cadere l'artista in una sterile e mal riuscita riproposizione di poesie di poeti famosi invece la cantautrice milanese ha lavorato sodo e la sua profonda sensibilità le ha permesso di dare alle stampe un'opera raffinata in cui brillano quindici gemme. Poesie di Catullo, Oscar Wilde, Quasimodo, Saba, D'Annunzio, Alda Merini, Trilussa, Eduardo De Filippo, Baudelaire, Pessoa e un emozionate scritto di Frida Kahlo al marito Diego Rivera hanno trovato nuova giovinezza grazie al lavoro della Cirulli che ha messo in evidenza la profonda essenzialità poetica della parola.
Come nel precedente "Qualcosa che vale", Patrizia Cirulli si è affidata alle cure di Lele Battista,  arrangiatore e polistrumentista dal tocco internazionale che ha saputo dare ampio respiro a tutto il progetto. A questa coppia artistica ormai collaudata si sono aggiunti nomi importanti della scena musicale italiana, tra cui Tony Canto, Andrea Di Cesare, Luigi Schiavone, Niccolò Bodini, Giorgio Mastrocola, Giordano Colombo, Davide Ferrario, Antonio Magrini e Massimo Germini. Un discorso a parte lo merita Fausto Mesolella di cui la Cirulli ha musicato una brano o meglio una poesia dal titolo "Dormo".
Ormai le classifiche lasciano il tempo che trovano ma "Mille baci" può tranquillamente ambire alle  posizioni di vertice della produzione italiana di quest'anno e se le radio uscissero dalle logiche di mercato questo disco avrebbe le carte in regola per arrivare al grande pubblico perché gli ingredienti ci sono tutti. Non ultimo la bellissima voce calda e sensuale della Cirulli.
Patrizia, oltre ad essere una grande artista, è donna dalla spiccata sensibilità con cui è piacevole conversare e il cui amore per il mare della Liguria è confermato dal videoclip della canzone "Mille baci", registrato sulla spiaggia di Cavi di Lavagna. Non poteva quindi che nascere una intervista ad ampio respiro sul suo nuovo lavoro discografico.



Patrizia, quale è stata la difficoltà più grande che hai dovuto affrontare per mettere in piedi questo progetto?

«Da un punto di vista artistico, compositivo, non ho avuto nessun tipo di problema. È avvenuto tutto in modo naturale e istintivo. Più che altro ho poi dovuto fare un lavoro di ricerca per contattare gli eredi dei poeti e chiedere loro il permesso per utilizzare i testi. Questa è stata una parte del lavoro che ha richiesto pazienza, impegno e costanza. È stato davvero un piacere conoscere gli eredi di questi grandi poeti che mi hanno anche incoraggiato con i loro complimenti, come nel caso di Alessandro Quasimodo e Luca De Filippo. Sono stati tutti molto attenti e disponibili all'ascolto del lavoro presentato. Li ringrazio immensamente per avermi dato il loro appoggio e il permesso di realizzare questo disco».

Con quale criterio hai scelto le poesie da musicare?

«Mettendomi davanti al testo e cercando di percepire la sua musicalità, oltre al mio gusto personale. Mi è capitato di "cantare" alcune poesie solo prendendo in mano il foglio. Leggendole avevo già in mente la melodia. Alcune le ho incontrate. Altre le ho cercate. Ho comunque scelto quelle che avevano una struttura e un linguaggio moderno e attuale».

Una volta in mano le poesie avevi già una idea precisa dell'abito musicale da cucire loro addosso?

«Per alcune si, come ti dicevo. Alcune le ho cantate subito. Per altre, ho lavorato un po' di più. L'idea di base, comunque, mi arriva abbastanza velocemente, ho già un'idea di quello che sta per succedere. Qui ti parlo della scrittura, della composizione musicale. Gli arrangiamenti sono poi stati curati da Lele Battista, che a livello di arrangiamento aggiunge poi la sua creatività in studio, rispettando però la natura della composizioni».

Come hai fatto ad adattare la musica alle poesie?

«Ho in mente quella che è la forma canzone. Non cambio una sola parola del testo originale. Semplicemente ho necessità di ripetere alcune frasi come ritornelli o strofe o momenti di passaggio, come succede nelle canzoni. In base alla musicalità delle parole e al senso del testo, si viene a creare uno stato emotivo particolare e da lì parte la creazione musicale. In fondo è quello che succede quando un compositore musica il testo di una canzone».

Da Catullo a Oscar Wilde, da Quasimodo a Baudelaire. A quale dei poeti che canti sei più legata e perché?

«A livello personale, ti dico Alda Merini. Non mi riferisco necessariamente ai due brani che sono presenti nel disco con i testi di Alda (anche se li amo molto), ma proprio a lei come essere umano e poetessa. È stata una grande donna, ha saputo attraversare e superare il dolore e trasformarlo. Ha scritto delle cose meravigliose e i suoi scritti e le sue parole sono grandi insegnamenti per tutti noi. Senza nulla togliere, ovviamente, alla grandezza degli altri poeti».

Il tuo rapporto con la letteratura e la poesia quando è nato?

«Mi piaceva leggere già da bambina, ho cominciato naturalmente con i testi proposti dalla scuola. Ricordo le prime letture con Calvino, poi Leopardi, Edgar Allan Poe. Mi piace ricordare che alle scuole elementari, ho portato agli esami dell'ultimo anno una poesia di Francesco Guccini. L'insegnante presentò una serie di poeti e relative poesie in modo da sceglierne una da presentare agli esami. Ad un certo punto parlando di Guccini, disse che questo poeta faceva anche il cantante. Io, che amavo la musica e sapevo già che avrei voluto cantare, scelsi a scatola chiusa la poesia del "poeta cantante". Si trattava della poesia "Il vecchio e il bambino". Un testo poi musicato e diventato canzone».

Tra le canzoni presenti nel disco c'è "Dormo", il cui testo è stato scritto non da un poeta ma da un grande compositore e musicista come Fausto Mesolella. Perché l'idea di inserirla?

«"Dormo" è una poesia scritta da Fausto Mesolella, che come sappiamo è un grande chitarrista e compositore. In questo caso però, credo forse per la prima volta, compare proprio come poeta. La musica è stata composta da me, quindi ho musicato questo testo come tutte le altre poesie del disco. Fausto scrive anche poesie. Ne ho lette alcune e mi sono piaciute molto. Non solo, mi sono proprio affezionata ad alcune di loro. Così le ho musicate e le ho fatte ascoltare a Fausto. Gli sono piaciute, mi ha dato la sua approvazione e ne ho così scelta una per questo disco».

Questo progetto ti ha portato a cantare anche in inglese, spagnolo, francese, portoghese e anche in dialetto napoletano. Un bell'impegno…

«E anche in romanesco con la poesia di Trilussa. In effetti ho dovuto poi farmi aiutare nella pronuncia da alcuni madrelingua. È stato comunque divertente anche se questo ha richiesto, ovviamente, un impegno. Ho pensato fosse corretto riportare su disco, come versione ufficiale, i testi dei poeti nella loro lingua originale, sia per rispetto nei confronti degli autori, sia perché il senso autentico è quello scritto in lingua originale. Ho poi aggiunto a fine disco, due traduzioni in italiano dei brani di Oscar Wilde e di Frida Kahlo. Questi due brani si trovano nel disco anche nelle versioni in italiano».

Tra i testi poetici da te cantati c'è, come dicevi, quello in cui Frida Kahlo dichiara il suo amore per Diego Rivera. Secondo me è uno dei capitoli più belli del disco…

«Sono d'accordo con te. Cantare un testo di Frida è stata per me una cosa straordinaria. È un'artista e una donna che ho sempre amato. Come sai, avevo scelto testi di poeti per questo disco. Poi un giorno, per una serie di associazioni mentali, mi sono ricordata di avere in casa dei suoi libri e ricordavo di aver letto delle sue poesie. Allora sono andata a riprenderli, ho individuato quello che poi sarebbe diventato il testo di questa canzone, "Poema para Diego Rivera", ovvero "Poesia per Diego Rivera". È un elenco di quello che Diego, il marito, era per lei. Un testo, secondo me, molto semplice nella forma ma con un grande impatto emotivo, soprattutto se si conosce la sua e la loro storia. Quando l'ascolto, spesso piango, mi commuovo. Così come ho pianto mentre componevo la musica».

Il disco è composto da diciotto tracce. Negli anni Settanta sarebbero finite su un doppio LP. Non ti è venuto il dubbio che fossero troppe?

«In realtà i brani sono quindici. La traccia numero sei è il testo di Baudelaire recitato in italiano da Giancarlo Cattaneo, speaker di Radio Capital e voce del progetto "Parole Note", che declama la poesia su un tappeto musicale tratto dalla canzone che segue immediatamente dopo, che sarebbe la poesia di Baudelaire cantata da me in francese. Le altre due tracce, la diciassette e la diciotto, sono le versioni in italiano dei brani di Frida Kahlo e Oscar Wilde. Mi è venuto in mente alla fine, ma è stato un dettaglio. Ho ritenuto opportuno farle stare tutte insieme, fanno parte della stessa famiglia anche se nel disco convivono vari generi musicali. È frutto del mio stile compositivo che si muove fra musica leggera e musica d'autore».

Hai lasciato qualcosa nel cassetto?

«Sì, ho lasciato fuori altri poeti e altri brani. Ho dovuto per forza di cose fare poi una scelta, altrimenti si che poi sarebbero state troppe canzoni».

Come per il precedente album, "Qualcosa che vale", ti sei affidata agli arrangiamenti di Lele Battista. Quali sono le qualità che ti hanno convinta a proseguire questo sodalizio artistico?

«A parte la stima personale e artistica, Lele mi conosce e riesce a comprendere nell'immediato quello che voglio fare e quello che c'è da fare nei brani che gli porto nella versione voce e chitarra. Ha una grande sensibilità artistica e umana. Fra l'altro, Lele duetta con me nel brano "Stringiti a me", la traccia numero quindici con il testo di D'Annunzio».

Ad accompagnarti in questo ambizioso progetto sono stati alcuni tra i musicisti più apprezzati della scena italiana. Con quale di questi pensi di avere più affinità e con chi ti piacerebbe registrare un album intero?

«Sono tutti musicisti straordinari, è vero. Le affinità le ho un po' con tutti loro. Per registrare un album intero, istintivamente ti direi Fausto Mesolella. Ma anche Tony Canto e Massimo Germini».

Quali diresti essere i maggiori pregi di questo disco?

«Si tratta di un disco che può essere ascoltato e apprezzato da tutti. In realtà non è un disco di "nicchia", è di facile ascolto. Ma ha profondità. È stato concepito per essere ascoltato e accolto da tutti, dai salotti letterari alle scuole elementari, in ambiti culturali e popolari. Ho scelto poeti famosi ma poesie non molto conosciute, a parte quella che dà il titolo all'album. Gli arrangiamenti sono pop nel senso più ampio e bello del termine. All'interno del disco coesistono, come ti dicevo, vari mondi. Si alternano leggerezza e profondità, volte a evocare e valorizzare lo spirito del testo. Poi ci sono momenti molto particolari e unici, come la messa in musica in forma canzone di un testo di Frida Kahlo. E anche di Eduardo De Filippo. Sono canzoni che si lasciano cantare. Il valore aggiunto è che i testi sono scritti dalla penna immortale di autori straordinari».


Titolo: Mille baci
Artista: Patrizia Cirulli
Etichetta: Incipit Records / Egea Music
Anno di pubblicazione: 2016

Tracce

01. Ay! Had we never loved at all  [testo di Oscar Wilde; musica di Patrizia Cirulli]
02. Deseo  [Federico Garcia Lorca; Patrizia Cirulli]
03. Forse il cuore  [Salvatore Quasimodo; Patrizia Cirulli]
04. Aprile  [Gabriele D'Annunzio; Patrizia Cirulli]
05. Mille baci  [Gaio Valerio Catullo; Patrizia Cirulli]
06. T'adoro al pari della volta notturna (preludio)  [traduzione di Attilio Bertolucci; Patrizia Cirulli]
07. Je t'adore à l'égal de la voûte nocturne  [Charles Baudelaire; Patrizia Cirulli]
08. Poema para Diego Rivera  [Frida Kahlo; Patrizia Cirulli]
09. Quanno parlo cu te  [Eduardo De Filippo; Patrizia Cirulli]
10. E più facile ancora  [Alda Merini; Patrizia Cirulli]
11. La capra  [Umberto Saba; Patrizia Cirulli]
12. Dormo  [Fausto Mesolella; Patrizia Cirulli]
13. Primavera  [Trilussa; Patrizia Cirulli]
14. Nao sei se è amor  [Fernando Pessoa; Patrizia Cirulli]
15. Stringiti a me  [Gabriele D'Annunzio; Patrizia Cirulli]
16. Sono solo una fanciulla  [Alda Merini; Patrizia Cirulli]
17. Poesia per Diego Rivera  [Frida Kahlo; Patrizia Cirulli]
18. Se noi non avessimo amato  [Oscar Wilde; Patrizia Cirulli]



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