sabato 14 gennaio 2012

Gian Piero Alloisio rende omaggio al maestro Bindi







Un nuovo spettacolo di teatro-canzone, "L'eco di Umberto… la musica infinita del Maestro Bindi", e un nuovo disco in uscita martedì 17 gennaio nei negozi e sulla piattaforma iTunes (+ un bonus, la strepitosa e divertentissima "Silvio"), "Ogni vita è grande" (A.T.I.D./Universal Music 2012). Gian Piero Alloisio, per anni collaboratore di Giorgio Gaber, Francesco Guccini, Emanuele Luzzati, nonché autore di canzoni e commedie di successo, torna così prepotentemente sulle scene musicali italiane con un sentito omaggio a Umberto Bindi che, insieme a Bruno Lauzi, Gino Paolo, Fabrizio De André e Luigi Tenco, fece parte di quella scuola di cantautori genovesi che rinnovarono profondamente la musica italiana.
Dopo il successo riscosso giovedì sera al Teatro Comunale di Ventimiglia (300 spettatori presenti), lo spettacolo "L'eco di Umberto…" arriva sabato 14 gennaio a Finalborgo, nell'auditorium di Santa Caterina (ore 21). In un avvincente percorso musicale e teatrale Gian Piero Alloisio (voce, chitarre, armonica, kazoo) e Dino Stellini (piano, tastiere) raccontano la vita del primo cantautore italiano.
Raggiunto telefonicamente all'indomani della prima dello spettacolo, Gian Piero Alloisio ha risposto con la sua consueta gentilezza alle nostre domande.


Gian Piero, parliamo subito dello spettacolo che tanto successo ha riscosso a Ventimiglia...

«È uno spettacolo che non si regge sull'entusiasmo da concerto ma su questa incredibile vicenda: la vita di Bindi. Racconto il periodo quando Bindi scomparve dalle scene, quando la Rai lo emarginò per la sua dichiarata omosessualità. Nel corso della serata proporrò canzoni inedite, brani famosi come "Il mio mondo", "Il nostro concerto", "La musica è finita", "Arrivederci" e molto altro».

Martedì uscirà nei negozi di dischi l'album "Ogni vita è grande", un ritorno in grande stile...

«Il mio ultimo lavoro discografico fatto con una major, che non sia una colonna sonora, risale al 1981 (titolo dell'album "Dovevo fare del cinema"). Ho fatto un mucchio di altre cose in questi anni (è stato autore di commedie, sceneggiatore di film, varietà televisivi e radiofonici, commissario artistico del Carnevale di Viareggio, fondatore e direttore artistico dell'Associazione Teatro Italiano del Disagio, ndr). L'approccio a questo disco è però completamente diverso rispetto ai miei lavori precedenti. Questo disco fa un po' il punto della mia carriera».

L'album contiene quattro interessanti inediti di Bindi...

«Ma non solo. Ho ricantato "Venezia", nella versione precedente a quella rivisitata da Guccini che ne ha cambiato qualche parolina. C'è poi una versione aggiornata e concordata con la figlia di Gaber di "La strana famiglia", scritta con Giorgio. E molto altro. Tutto questo accompagnato da musicisti straordinari come Claudio De Mattei e Enrico Spigno, membri della band che ha seguito Gaber, Mario Arcari che ha collaborato con De André. A questi ho aggiunto un duo classico. È insomma un album dove posso finalmente dire ‹sì, queste canzoni le ho scritte io›».

Sembra quindi un album di bilancio, un punto fermo da cui ripartire.

«Ho cercato di condensare in questo album tutta la mia vita, le mie esperienze, i miei pensieri. È un disco comunque attuale formato da canzoni che parlano anche dei problemi e dell'Italia di oggi. Dopo 38 anni di carriera ho voluto mettere un punto. Possiamo dire che è una sorta di bilancio, di assunzione di responsabilità verso chi mi ha seguito in tutti questi anni. Ho scritto tantissimo come autore ma c'è stato un momento in cui mi sono detto ‹devo fare quello che sono›, cioè testimoniare al mondo quello che ho fatto».

Torniamo alle quattro canzoni di Bindi...

«Sono quattro canzoni, di cui una che fu provinata, del vasto repertorio che ci ha lasciato Bindi. Ci sono una quantità sterminata di musiche ma quasi tutte senza testi. Lui era un compositore più che un vero cantautore. Io ho aggiunto i testi».

Sei stato molto legato a Bindi. Fosti anche uno dei protagonisti del concerto-omaggio che si tenne a Genova nel 2007 per ricordare, a cinque anni dalla scomparsa, il cantautore genovese... 

«Bindi nel 1990 aveva avuto l'idea di tornare a vivere nella sua Genova. Mi contattò tramite Gian Paolo Morabito e il Club Tenco. Lavorai ad alcune sue canzoni ma non immaginavo che conservasse nel cassetto così tante composizioni. Ma la collaborazione si interruppe perché Bindi restò a Roma e non tornò a vivere Genova. Fece male perché i genovesi lo hanno sempre amato. Lo dimostra il fatto che furono quattromila gli spettatori che assistettero al Teatro Stabile allo spettacolo su Bindi».

In questi ultimi anni assistiamo ad una vera ondata di omaggi a musicisti scomparsi. Da quelli a De André che ormai si sprecano e non fanno più notizia, a Baccini che si è cimentato con le canzoni di Tenco, fino al grande lavoro di Enrico De Angelis che ha curato il cd incentrato sulla figura di Piero Ciampi...

«Ci sono delle differenze sostanziali. Tenco e Ciampi hanno un approccio interessantissimo dal punto di vista del testo, Bindi invece può dare molto di più alla musica di oggi, è sempre stato un cantante pop ed è più che mai attuale. Le canzoni di Bindi sono ancora oggi molto più interessanti di certa produzione pop italiana e anglosassone, anche perché conservano la straordinaria capacità di comunicare con tutti. Basta ascoltare le sue canzoni. Le composizioni di Bindi sono presenti in 135 album di artisti stranieri ed è uno dei tre autori italiani più eseguiti al mondo. Anche i Beatles interpretarono una canzone di Bindi. Tenco non potrà mai diventare famoso nel mondo come lo è stato Bindi». 

La produzione di Umberto Bindi è sterminata. Si parla di almeno 500 canzoni. Tantissimi brani inediti sono stati salvati grazie ad un meticoloso lavoro di digitalizzazione che tu stesso hai eseguito dopo aver ricevuto i nastri da Massimo Artesi, erede di Bindi. Una operazione volta a conservare questo immenso patrimonio che all'epoca l’industria discografica non capì e non volle pubblicare...

«Bindi ha lasciato tantissimi nastri registrati su un mangianastri a pile della Sony. Canzoni composte su un pianoforte sempre più scordato perché non aveva neppure i soldi per farlo accordare. Da questi preziosi nastri ho estratto quasi trecento inediti. Spero che dal mio lavoro i vari Renato Zero, Morandi o anche artisti emergenti come Emma Marrone possano trovare ispirazione. Ci sono canzoni inedite di Bindi che farebbero la fortuna di chiunque. Ecco, il mio auspicio è proprio questo: spero che qualcuno vada a pescare da questi altri 290 brani inediti e che riporti Bindi in vetta alle classifiche».


Titolo: Ogni vita è grande
Artista: Gian Piero Alloisio
Etichetta: A.T.I.D./Universal
Anno di pubblicazione: 2012

Tracce
(testi e musiche di Gian Piero Alloisio, eccetto dove diversamente indicato)

01. Ogni vita è grande
02. Il paese delle cose che non sono  [Alloisio; Umberto Bindi]
03. Italia ti vorrei salvare
04. Non c'è lavoro
05. La luce in un canto  [Carlo Mucari; Umberto Bindi]
06. Passa  [Alloisio; Umberto Bindi]
07. Venezia  [Alloisio e Francesco Guccini; Alloisio]
08. La strana famiglia  [versione aggiornata da Alloisio dall'originale Alloisio, Colli, Gaber]
09. La parte migliore  [Alloisio e Maurizio Maggiani; Umberto Bindi]
10. L'eco di Umberto
11. King
12. Senza
13. Baxeicò  [Claudio Gatto; Alloisio]
14. Canzone per Carlo



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