Vittorio De Scalzi e Francesco Bellia (Savona, 1 aprile 2011) - Copyright |
I New Trolls sono uno dei gruppi più importanti e
influenti della scena rock italiana. La band, attiva dal 1967, ha pubblicato
album fondamentali del rock progressive come "Concerto Grosso per i New
Trolls" (1971) e "Concerto Grosso n. 2" (1976), entrambi opera
del compositore e musicista argentino Luis Enriquez Bacalov. Quarantacinque
anni di storia musicale per i New Trolls tra scioglimenti, reunion, vicende
legali, cambi di denominazione. Attualmente Nico Di Palo e Vittorio De Scalzi,
due tra i fondatori del gruppo insieme a Giorgio D'Adamo, Gianni Belleno e
Mauro Chiarugi, sono i leader de La Storia dei New Trolls, band che fino a
pochi mesi fa era chiamata Leggenda dei New Trolls. Al fianco di Di Palo e De
Scalzi c'è ormai da molto tempo il bassista Francesco Bellia, siciliano di
nascita (classe 1968) ma albissolese da una vita. Abbiamo incontrato Francesco,
figlio di una famiglia di musicisti e fratello di Giorgio valente batterista,
un pomeriggio di questa calda estate in riva al mare davanti a un bicchiere di
acqua e menta. Una conversazione a tutto tondo da cui è nata questa intervista.
Francesco da quanti anni sei il bassista dei New Trolls o
meglio de La Storia dei New Trolls?
«Quasi dieci anni. Il mio primo concerto con i New Trolls fu a Sestriere il primo febbraio 2003, all'aperto con una temperatura di meno 19 gradi, con l'orchestra e in diretta su Radio Italia. Fu un trauma perché suonare a quelle temperature alle 18 di sera fu una impresa impossibile ma la portammo a casa. Sono ormai passati quasi dieci anni e spero di continuare questo viaggio anche se è sempre più difficile, sotto tutti gli aspetti. Purtroppo viviamo in un momento storico in cui non è permesso fare nulla di quello che si vorrebbe».
«Quasi dieci anni. Il mio primo concerto con i New Trolls fu a Sestriere il primo febbraio 2003, all'aperto con una temperatura di meno 19 gradi, con l'orchestra e in diretta su Radio Italia. Fu un trauma perché suonare a quelle temperature alle 18 di sera fu una impresa impossibile ma la portammo a casa. Sono ormai passati quasi dieci anni e spero di continuare questo viaggio anche se è sempre più difficile, sotto tutti gli aspetti. Purtroppo viviamo in un momento storico in cui non è permesso fare nulla di quello che si vorrebbe».
Non deve essere stato facile entrare in un gruppo così
importante. Come è scoccata la scintilla tra te e i New Trolls?
«Devo ringraziare Andrea Maddalone (chitarrista de La Storia dei New Trolls, ndr) che mi ha aperto questa porta. Suonavo con lui in vari gruppi cover in Liguria e un giorno mi chiese se avevo voglia di fare un provino con Vittorio De Scalzi perché il bassista di quel periodo, Roberto Tiranti, aveva deciso di lasciare il gruppo. E così Luigi Ogno (ex bassista dei Ricchi e Poveri e manager di numerosi gruppi musicali, ndr) organizzò questo provino in uno studio di Genova Nervi. Mi fecero cantare e suonare "Una miniera" e "Visioni". Il provino si concluse con De Scalzi che mi disse: ‹sembra abbastanza buono, ti faremo sapere›. Poi un giorno mi chiamò Luigi Ogno e mi diede i compiti da fare a casa: studiare Concerto Grosso 1 e 2».
«Devo ringraziare Andrea Maddalone (chitarrista de La Storia dei New Trolls, ndr) che mi ha aperto questa porta. Suonavo con lui in vari gruppi cover in Liguria e un giorno mi chiese se avevo voglia di fare un provino con Vittorio De Scalzi perché il bassista di quel periodo, Roberto Tiranti, aveva deciso di lasciare il gruppo. E così Luigi Ogno (ex bassista dei Ricchi e Poveri e manager di numerosi gruppi musicali, ndr) organizzò questo provino in uno studio di Genova Nervi. Mi fecero cantare e suonare "Una miniera" e "Visioni". Il provino si concluse con De Scalzi che mi disse: ‹sembra abbastanza buono, ti faremo sapere›. Poi un giorno mi chiamò Luigi Ogno e mi diede i compiti da fare a casa: studiare Concerto Grosso 1 e 2».
Cosa vuol dire suonare sui palchi di mezzo mondo insieme
a Nico Di Palo e Vittorio De Scalzi?
«È una emozione che ha milioni di sfaccettature, non credevo mai di poter fare esperienze così belle. Penso che le parole non diano la giusta importanza a quello che provo tutte le volte che salgo sul palco. Lascio pensare al massimo delle emozioni di ognuno di noi moltiplicato per 'n' volte».
«È una emozione che ha milioni di sfaccettature, non credevo mai di poter fare esperienze così belle. Penso che le parole non diano la giusta importanza a quello che provo tutte le volte che salgo sul palco. Lascio pensare al massimo delle emozioni di ognuno di noi moltiplicato per 'n' volte».
Ci puoi fare un ritratto di due grandi personaggi della canzone italiana come Nico e Vittorio?
«Il comune denominatore è genio e sregolatezza. La cosa che apprezzo di più in entrambi è l'amore, e scriverei tutta la parola in lettere maiuscole, verso la musica. Guardo Vittorio sempre con occhi di stima e stupore quando si mette a suonare il pianoforte alle due di notte nella sala dell'hotel dopo aver tenuto un concerto di tre ore. Ha desiderio di suonare perché per lui non è lavoro ma amore nei confronti della musica. Vediamo se riesco a descrivere entrambi con una parola. Nico è 'inventiva', riesce sempre a trovare una soluzione che ti lascia a bocca aperta. Vittorio invece è 'armonia' musicale. Al di fuori della musica Nico è uno di quelli che sta zitto per tre ore e poi ti lancia la battuta che ti fa morir dal ridere, Vittorio dà il meglio di sé nelle cene dopo i concerti, quando inizia a raccontare le barzellette, non riesci più a mangiare dalle risate».
«Il comune denominatore è genio e sregolatezza. La cosa che apprezzo di più in entrambi è l'amore, e scriverei tutta la parola in lettere maiuscole, verso la musica. Guardo Vittorio sempre con occhi di stima e stupore quando si mette a suonare il pianoforte alle due di notte nella sala dell'hotel dopo aver tenuto un concerto di tre ore. Ha desiderio di suonare perché per lui non è lavoro ma amore nei confronti della musica. Vediamo se riesco a descrivere entrambi con una parola. Nico è 'inventiva', riesce sempre a trovare una soluzione che ti lascia a bocca aperta. Vittorio invece è 'armonia' musicale. Al di fuori della musica Nico è uno di quelli che sta zitto per tre ore e poi ti lancia la battuta che ti fa morir dal ridere, Vittorio dà il meglio di sé nelle cene dopo i concerti, quando inizia a raccontare le barzellette, non riesci più a mangiare dalle risate».
In questi anni hai preso parte anche a tour in Giappone,
Messico, Russia e Corea. Quali sono le differenze più eclatanti tra il pubblico
italiano e quello straniero?
«Questa è una nota dolente. I New Trolls sono conosciuti nel mondo per il loro vero valore, e parlo di due album immensi come Concerto Grosso 1 & 2, in Italia li si associa invece a canzoni come "Quella carezza della sera" e altri brani pop, quelli più ascoltati in radio. Canzoni belle e importanti che non danno però l'idea della grandezza di questa band. I dischi Concerto grosso 1 & 2 sono quelli che hanno dato unicità alla produzione del gruppo. Purtroppo gli italiani sono musicalmente ignoranti ma non è colpa loro».
«Questa è una nota dolente. I New Trolls sono conosciuti nel mondo per il loro vero valore, e parlo di due album immensi come Concerto Grosso 1 & 2, in Italia li si associa invece a canzoni come "Quella carezza della sera" e altri brani pop, quelli più ascoltati in radio. Canzoni belle e importanti che non danno però l'idea della grandezza di questa band. I dischi Concerto grosso 1 & 2 sono quelli che hanno dato unicità alla produzione del gruppo. Purtroppo gli italiani sono musicalmente ignoranti ma non è colpa loro».
Oltre alla tua esperienza ne La Storia dei New Trolls,
suoni anche con De Scalzi nel progetto "Il suonatore Jones" e con tuo fratello
Giorgio in un gruppo tutto vostro. Ce ne parli?
«Sono realtà altrettanto belle. In "Il suonatore Jones" emerge l'armonia musicale a 360° di Vittorio. Il primo disco dei New Trolls, "Senza orario senza bandiera", è un lavoro da 'mosaicista' fatto da Fabrizio De André su poesie del poeta genovese Riccardo Mannerini. Vittorio e Faber erano molto amici, ci sono state varie collaborazioni, e da lì, parecchi anni fa, è nato il progetto di portare in giro rivisitazioni di "Senza orario senza bandiera" con una formazione particolare arricchita da percussioni etniche. Vari pezzi omaggiano i lavori di Fabrizio. È un bellissimo spettacolo! Il gruppo di famiglia invece non esiste. Quando io e Giorgio ci troviamo a Savona ci piace suonare insieme nel tempo libero. E così abbiamo questo gruppo che si chiama "Kicècé" perché non sappiamo mai chi viene a suonare con noi. Purtroppo ci sono sempre meno locali dove suonare e i live non sono più apprezzati come vent'anni fa, colpa della tecnologia».
«Sono realtà altrettanto belle. In "Il suonatore Jones" emerge l'armonia musicale a 360° di Vittorio. Il primo disco dei New Trolls, "Senza orario senza bandiera", è un lavoro da 'mosaicista' fatto da Fabrizio De André su poesie del poeta genovese Riccardo Mannerini. Vittorio e Faber erano molto amici, ci sono state varie collaborazioni, e da lì, parecchi anni fa, è nato il progetto di portare in giro rivisitazioni di "Senza orario senza bandiera" con una formazione particolare arricchita da percussioni etniche. Vari pezzi omaggiano i lavori di Fabrizio. È un bellissimo spettacolo! Il gruppo di famiglia invece non esiste. Quando io e Giorgio ci troviamo a Savona ci piace suonare insieme nel tempo libero. E così abbiamo questo gruppo che si chiama "Kicècé" perché non sappiamo mai chi viene a suonare con noi. Purtroppo ci sono sempre meno locali dove suonare e i live non sono più apprezzati come vent'anni fa, colpa della tecnologia».
Tuo fratello Giorgio ti ha da poco raggiunto nei New
Trolls diventandone il batterista. Come vi trovate a suonare insieme?
«Domanda inutile come diceva Battisti. Suoniamo e ci troviamo a meraviglia. Non c'è bisogno di guardarci, sappiamo come procedere e divertirci».
«Domanda inutile come diceva Battisti. Suoniamo e ci troviamo a meraviglia. Non c'è bisogno di guardarci, sappiamo come procedere e divertirci».
In questi dieci anni quali sono stati i momenti che ti
ricordi con più piacere?
«Il primo si riferisce al concerto che abbiamo tenuto in piazza Unità d'Italia a Trieste davanti a diecimila persone e di cui abbiamo pubblicato il dvd in "Concerto Grosso New Trolls Trilogy Live". Tra il pubblico c'erano anche i miei genitori, partiti in treno da Albissola, che sono stati ripresi in primo piano dalle telecamere e sono finiti sul video ufficiale della serata. Una sorpresa inaspettata per loro e per me. Poi ricordo con estremo piacere il concerto che abbiamo tenuto a Seul in Corea. Sono entrato in scena per primo, come da copione, e sono stato accolto da un pubblico urlante in stile Beatles. È stata una emozione fortissima, l'adrenalina è salita a mille e i brividi sono corsi dalla punta dei capelli ai piedi. Sono emozioni che trasmettono tanta carica ma nessuna paura. E per ultimo ricordo quando abbiamo registrato due brani insieme alla cantante britannica Sarah Jane Morris. Vederla cantare dietro al microfono in studio e sentire quello che riusciva a fare con la voce mi ha dato i brividi su tutto il corpo. Ho avuto una specie di infarto quando ha iniziato a cantare, è stata travolgente».
«Il primo si riferisce al concerto che abbiamo tenuto in piazza Unità d'Italia a Trieste davanti a diecimila persone e di cui abbiamo pubblicato il dvd in "Concerto Grosso New Trolls Trilogy Live". Tra il pubblico c'erano anche i miei genitori, partiti in treno da Albissola, che sono stati ripresi in primo piano dalle telecamere e sono finiti sul video ufficiale della serata. Una sorpresa inaspettata per loro e per me. Poi ricordo con estremo piacere il concerto che abbiamo tenuto a Seul in Corea. Sono entrato in scena per primo, come da copione, e sono stato accolto da un pubblico urlante in stile Beatles. È stata una emozione fortissima, l'adrenalina è salita a mille e i brividi sono corsi dalla punta dei capelli ai piedi. Sono emozioni che trasmettono tanta carica ma nessuna paura. E per ultimo ricordo quando abbiamo registrato due brani insieme alla cantante britannica Sarah Jane Morris. Vederla cantare dietro al microfono in studio e sentire quello che riusciva a fare con la voce mi ha dato i brividi su tutto il corpo. Ho avuto una specie di infarto quando ha iniziato a cantare, è stata travolgente».
Cosa ci puoi dire di nuove uscite discografiche dei New
Trolls? Si parla di un disco già pronto che però non può essere pubblicato per
problemi contrattuali. Cosa c'è di vero?
«Il disco esiste, è pronto ma non si sa quando potrà uscire. Non dipende da noi».
«Il disco esiste, è pronto ma non si sa quando potrà uscire. Non dipende da noi».
Nei primi mesi di quest'anno avete portato in scena "Quella carezza
della sera", un viaggio tra musica e parole condotto dal giornalista Massimo
Cotto. C'è qualche possibilità di vedere pubblicata una di queste interessanti
serate?
«Ci si sta lavorando, non so se andrà in porto o meno ma qualcosa bolle in pentola».
«Ci si sta lavorando, non so se andrà in porto o meno ma qualcosa bolle in pentola».
Hai mai pensato di pubblicare un album di canzoni tue?
«Da quando ho quattro anni ma adesso mi piacerebbe che qualche mia canzone venisse proposta da un interprete di spessore, e intendo internazionale. Quello sì, mi piacerebbe molto. Posso dire che anche in questo caso ci si sta lavorando, con mille difficoltà».
«Da quando ho quattro anni ma adesso mi piacerebbe che qualche mia canzone venisse proposta da un interprete di spessore, e intendo internazionale. Quello sì, mi piacerebbe molto. Posso dire che anche in questo caso ci si sta lavorando, con mille difficoltà».
Recentemente ho intervistato Antonio Gramentieri dei
Sacri Cuori e parlando della situazione di crisi del mercato musicale italiano
ha esortato le persone a mettere il naso fuori di casa e a guardare qualche
concerto in più, magari comprando anche qualche disco. Da componente de La
Storia dei New Trolls come vedi la situazione attuale?
«Gramentieri ha ragione. È una situazione disastrosa per colpa della tecnologia. Anche sul versante dei concerti dal vivo ho notato con dispiacere che la gente non riesce a distinguere la musica live da quella proposta da certi personaggi che vanno in giro con le basi registrate, a volte anche male, e che magari fanno anche finta di cantare. Schiacciano un pulsante sulla tastierina e la gente applaude. È anche questo, come dicevo prima, sinonimo di ignoranza. Io ascolto tutti i generi musicali, non mi fisso su uno in particolare, per fare un esempio sarebbe come mangiare sempre minestra quando ci sono altre cose buone da assaggiare. Ogni genere musicale ha le sue emozioni, vibrazioni che bisogna assaporare. La gente invece non lo fa, forse per mancanza di tempo o per pigrizia. Capita di incontrare persone che non conoscono artisti di fama mondiale, è avvilente. Il problema è rappresentato anche dalle radio che trasmettono il prodotto di chi ha più soldi da investire. Propinano i brani che il mercato impone e dopo che senti quindici volte al giorno la stessa canzone alla fine ti piace pure».
«Gramentieri ha ragione. È una situazione disastrosa per colpa della tecnologia. Anche sul versante dei concerti dal vivo ho notato con dispiacere che la gente non riesce a distinguere la musica live da quella proposta da certi personaggi che vanno in giro con le basi registrate, a volte anche male, e che magari fanno anche finta di cantare. Schiacciano un pulsante sulla tastierina e la gente applaude. È anche questo, come dicevo prima, sinonimo di ignoranza. Io ascolto tutti i generi musicali, non mi fisso su uno in particolare, per fare un esempio sarebbe come mangiare sempre minestra quando ci sono altre cose buone da assaggiare. Ogni genere musicale ha le sue emozioni, vibrazioni che bisogna assaporare. La gente invece non lo fa, forse per mancanza di tempo o per pigrizia. Capita di incontrare persone che non conoscono artisti di fama mondiale, è avvilente. Il problema è rappresentato anche dalle radio che trasmettono il prodotto di chi ha più soldi da investire. Propinano i brani che il mercato impone e dopo che senti quindici volte al giorno la stessa canzone alla fine ti piace pure».
Infine il gioco delle dieci domande secche.
- Jogging o palestra? Jogging, se vuoi bruciare i grassi.
In palestra diventi grosso quando hai 20 anni, a 40 devi dimagrire.
- Pizza o pasta? Pari, ma sono carboidrati purtroppo.
- Armadio o cabina armadio? Armadio.
- Arancio o blu? Preferisco l'arancio, mi dà più pace.
- Sinistra o destra? Una ha bisogno dell'altra...
- Tony Levin o Cliff Burton? Tony Levin perché ho avuto il
piacere di conoscerlo, ha toccato il mio basso. La bravura è fare la nota
giusta al momento giusto e lui la sa fare.
- Struffoli o babà al rhum? Struffoli.
- Rambo o Apocalypse now? Apocalypse now, tutta un'altra
storia.
- Panorama o L'Espresso? Sono tutti finti.
- Agrodolce o salato? Salato.
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